In cammino con il Risorto – Gli auguri del parroco

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Quando si parla della vita e la si esprime in categoria si dice tra l’altro che essa è un cammino, un percorso a volte ad ostacoli, con successi e sconfitte, mete da realizzare e tante altre ancora da raggiungere. E il senso della vita è il contenuto del cammino: si cammina vivendo, si vive camminando; la strada ne diventa il luogo e l’ora.

Il dopo-resurrezione, che contiene anzitutto le apparizioni del Cristo, mette in luce la bellezza di un incontro dentro un cammino: il racconto dei discepoli di Emmaus. Ci si potrebbe addentrare nel significato eucaristico con la cena che sublima questo incontro. Qui si vuole capire soltanto l’importanza della prima parte del racconto: il cammino; e, dunque, la sua perenne attualità.

I due discepoli, nel tratto Gerusalemme – Emmaus, incontrano il Risorto. E’ un cammino di ritorno il loro, senza entusiasmo, carico di delusione per aspettative non esaudite, per progetti infranti, per salvezze non realizzate, per attese vittorie ora divenute sconfitte. Gesù, si presenta, si affianca, “camminava con loro”. Li guarda, li ascolta e parla con loro. Il contenuto è la storia della salvezza che in Lui è divenuta presenza e compimento. Si fa vicino, prossimo a questi due discepoli; parla più con gli occhi che con le labbra; non vuole insegnare; solo far riflettere. E ci riesce. Infatti, i due sono pervasi da consolazione, comprensione esatta degli eventi; hanno capito, ma prima hanno sentito: calore, vicinanza, affetto.

Il Risorto continua oggi a percorrere le strade del nostro mondo, incontrando volti e storie. Lo trovi ovunque: nel cammino di ogni persona, religiosa e non. E’ nei musei dove l’arte di ogni secolo parla di Lui e nei pressi di una metropolitana dove una fuori di testa issa la testa di un bimbo, a ricordo di un Dio issato su una croce; si fa accanto ai profughi che scappano dal loro Paese, camminano – un cammino spesso senza meta – , abitanti del mondo con diritto di cittadinanza, ma espropriati, costretti a fuggire dalle loro terre, e poi cacciati dalle nuove. Lo incontri nell’intimità di due sposi dove la vita si concepisce e nel laboratorio di una fecondazione artificiale per una vita pianificata a tavolino, frutto di amore (?) o di egoismo. Si affianca alle famiglie, ne incoraggia il cammino; ascolta i desideri paterni di madri e materni di padri dove la voglia di genitorialità ha il sopravvento sui diritti dei nascituri, dove la cultura offusca la natura. Cammina con i sognatori, si accompagna ai disperati. Percorre la città dove affamati e ingordi forzatamente convivono.

A tutti, uomini e donne, che amano vivere e far vivere, governanti e sudditi, Gesù ridona il senso della vita, i suoi diritti e i suoi doveri; dà il significato vero e giusto alle cose; tiene a cuore questo mondo, che spesso si incarta nelle alternanze di ragioni differenti con scelte contraddittorie rispetto ai valori. Solo il cuore, quello del Risorto potrà far sentire, prima di far capire, la necessità del rispetto per ogni individuo, le parole della vita, i doveri dell’amore.

Che si ascolti il Risorto. Che si incontri la persona. Che si torni a sperare. Auguri.

Vincenzo Di Palo
Parroco

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