24 aprile 2016 – Domenica «DEL SEGNO DISTINTIVO DEI VERI DISCEPOLI DI GESÙ»

DOMENICA
 «DEL SEGNO DISTINTIVO DEI VERI DISCEPOLI DI GESÙ»

V del Tempo di Pasqua C

Giovanni 13,31-33a.34-35; Atti 14,21b-27; Salmo 144; Apocalisse 21,l-5a

di don Pino Germinario

Duccio di Buoninsegna, Gesù discorre con i discepoli, Maestà del Duomo di Siena,1308-1311

Duccio di Buoninsegna, Gesù discorre con i discepoli, Maestà del Duomo di Siena,1308-1311

Dopo l’ultima cena e dopo l’uscita di Giuda che sta per tradirlo, Gesù parla ai suoi discepoli.

Annunzia che è giunta la sua ora: l’ora della passione, morte e risurrezione. È l’ora della manifestazione in Gesù della gloria di Dio, cioè della sua presenza potente e operante.

 

16 la destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
17 Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
21 Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.
22 La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
23 Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi. (Sal 118)

 

Egli affida ai discepoli il suo insegnamento ultimo, la consegna e l’indicazione che dovranno sempre seguire e che sarà il segno distintivo di quelli che credono in Lui.

Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

La base di questa “consegna” di Gesù ai discepoli è il comandamento antico:

5Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». 26Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». 27Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». 28Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».

Ma ora Gesù aggiunge un elemento, un parametro, un riferimento nuovo:

Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.

 La lingua greca ha diverse parole per esprimere le sfumature del termine “nuovo”. Qui Giovanni usa il termine Kainós: che contiene una comparazione, indica una novità nella qualità (e non solo nel tempo), qualcosa di nuovo, di originale rispetto a ciò che è abituale. Indica una superiorità su ciò che precede.

Alcuni elementi per comprendere la novità dell’amore cristiano:

  1. l’universalità dell’amore come elemento nuovo rispetto all’A.T. (Lv 19,18) dove sembrava limitato al consanguineo e al correligionario. Nel testo si parla di amore reciproco ma i discepoli saranno di tutti i popoli: E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. (Gv 10,16)
  2. il nuovo parametro è la profondità dell’amore. Gesù non dice «amate il prossimo come voi stessi», ma «come io vi ho amati». Il comandamento è nuovo perché stabilisce per l’uomo un «modo nuovo» di guardare all’uomo: con la stessa visuale dell’Uomo-Dio, quindi con gli stessi sentimenti. «Come»: in greco kaths denota una stretta conformità, una esatta corrispondenza. Il vocabolo stabilisce non una semplice imitazione, ma un modo di guardare la realtà che corrisponde esattamente a quello di Gesù. In questo modo l’amore di Gesù diventa modello e motivo, norma e giustificazione del nostro amore fraterno. Il verbo usato per indicare l’amore è «agapáō», il verbo dell’amore di Dio, l’amore che dona tutto di sé ( Gv 21,15-17). L’amore che Gesù esige è quello impegnato nel servizio di Dio e degli uomini, testimonianza data con l’offerta della vita, ricordiamo Gv 10,18 il pastore che dà la vita, per le sue pecore.
  3. Il clima in cui si deve intendere il nuovo è quello dell’ultima cena nella quale si parla di alleanza nuova, cfr. Lc 22,20 (alleanza sancita con il sangue di Cristo).

 Tale amore così profondo e concreto è il distintivo degli autentici discepoli di Cristo. I non credenti riconosceranno i veri seguaci di Gesù da questo contrassegno. È per questo amore che i discepoli di Cristo vivono nella luce (cfr. 1 Gv 2,10) e sono passati dalla morte alla vita (1 Gv 3,14).

Il cristianesimo è tutta una questione di amore che ha la sua fonte primaria nel Padre che ama il Figlio e che attraverso il Figlio ama tutti i discepoli. Egli in risposta non chiede nulla per sé ma un risposta di amore verso gli altri per amore di Dio.

 9Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. (Gv 15,9-11).

 

O Dio, che nel Cristo tuo Figlio
rinnovi gli uomini e le cose,
fa’ che accogliamo come statuto della nostra vita
il comandamento della carità,
per amare te e i fratelli come tu ci ami,
e così manifestare al mondo
la forza rinnovatrice del tuo Spirito.

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