8 maggio 2016 – Ascensione del Signore
ASCENSIONE DEL SIGNORE
IL CRISTO RISORTO ENTRA NEL SANTUARIO DI DIO NEL CIELO
PER COMPARIRE ORA AL COSPETTO DI DIO
IN NOSTRO FAVORE
VII del Tempo di Pasqua C
Luca 24,46-53 ; Atti 1,1-11; Sal 46; Ebrei 9,24-28; 10,19-23
di don Pino Germinario
La risurrezione, l’ascensione e l’effusione dello Spirito Santo sono tre aspetti dell’unico mistero di Cristo.
Con la risurrezione cambia il modo della presenza di Cristo: non c’è più la presenza fisica in un luogo e tempo determinato, ma il Cristo non si allontana e non è assente, anzi la sua presenza spirituale (cioè attraverso lo Spirito Santo) e divina si estende ad ogni luogo e ad ogni tempo.
L’ascensione non è il momento del distacco e della perdita, ma segna l’ingresso del Cristo risorto nel santuario di Dio nel cielo.
Il tempio di Gerusalemme era costituito da una serie di zone, dall’esterno all’interno, sempre più sacre fino ad arrivare al “tabernacolo”: un ambiente costituito da due parti: una anteriore detta “il santo” e una posteriore detta “il santo dei santi” separate da un pesante velo (il velo del tempio).
Nel “santo dei santi” nessuno poteva entrare se non il Sommo Sacerdote una volta l’anno e solo portando il sangue del capro espiatorio per la remissione dei peccati degli israeliti, nel “giorno dell’espiazione” in ebraico Yom Kippur il giorno ebraico più santo e solenne dell’anno.
La lettera agli Ebrei prende spunto da questo importante rito ebraico per dire che il Cristo risorto, ascendendo al cielo “non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore.”
Egli non porta con sé il sangue degli animali offerti in sacrificio, ma ha offerto tutto se stesso come massima espressione di amore.
“Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza.”
Ecco dunque il significato dell’ascensione: si squarcia il “velo” che separa la vita umana e la vita di Dio e ciò avviene per mezzo di Cristo, Dio fatto uomo, che “fa da ponte” e apre una via di salvezza per gli uomini verso Dio.
Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede.
L’Ascensione segna l’inizio del tempo dello Spirito in cui Cristo apre per tutti noi la via della salvezza, il tempo della comunione tra gli uomini e Dio in cui il Signore pone la sua dimora dentro di noi.
Così aveva annunziato il profeta Ezechiele:
24Vi prenderò dalle nazioni, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. 25Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli, 26vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. 27Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme. (Ez 36)
Il Signore pone il suo Spirito nell’intimo di tutti quelli che credono in Lui ed è Lui stesso che ci dà la capacità e la forza di mettere in pratica la sua parola.
Esulti di santa gioia la tua Chiesa,
o Padre, per il mistero che celebra in questa liturgia di lode,
poiché nel tuo Figlio asceso al cielo
la nostra umanità è innalzata accanto a te,
e noi, membra del suo corpo,
viviamo nella speranza di raggiungere Cristo,
nostro capo, nella gloria.