22 maggio 2016 – Domenica «DELLA SANTISSIMA TRINITÀ»
DOMENICA «DELLA SANTISSIMA TRINITÀ»
Anno C
Sia benedetto Dio Padre,
e l’unigenito Figlio di Dio, e lo Spirito Santo:
perché grande è il suo amore per noi.
Giovanni 16,12-15; Proverbi 8,22-31; Salmo 8; Romani 5,1-5
di don Pino Germinario
Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona e manifestare il mistero della sua volontà (cfr. Ef 1,9), mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, hanno accesso al Padre nello Spirito Santo e sono resi partecipi della divina natura (cfr. Ef 2,18; 2 Pt 1,4). Con questa Rivelazione infatti Dio invisibile (cfr. Col 1,15; 1 Tm 1,17) nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici (cfr. Es 33,11; Gv 15,14-15) e si intrattiene con essi (cfr. Bar 3,38), per invitarli e ammetterli alla comunione con sé. (Conc. Vat. II – Dei Verbum 2)
La religione cristiana è prima di tutta frutto della rivelazione di Dio e, solo dopo, della nostra ricerca e riflessione su ciò che Dio ha rivelato.
E’ Gesù che ci ha rivelato che Dio è una comunione di Persone perfettamente unite tra Loro.
E’ Gesù che ha rivelato il Padre, si è rivelato come il Figlio e ha donato lo Spirito che è la comunione, l’Amore che unisce il Padre e il Figlio.
E noi come discepoli di Gesù siamo chiamati ad essere “immagine di Dio”: molte persone ma pienamente unite agli altri e a Dio in una perfetta comunione di vita e di amore.
Questa solennità ha tre cicli di letture che si alternano in tre anni ciascuno dei quali evidenzia una delle Persone Divine. Questo anno (C) è dedicato allo Spirito Santo.
Il testo di Giovanni, tratto dai discorsi nell’ultima cena annunzia il dono dello Spirito e ne sottolinea l’unità perfetta con il Padre e il Figlio: vi guiderà a tutta la verità… Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
E’ lo Spirito che comunica a noi la possibilità, la capacità di essere in comunione con il Padre e con il Figlio.
Paolo nella Lettera ai Romani dice che l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. E questo ci permette di essere in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo.
Essere cristiani significa entrare a far parte (essere immersi o battezzati) nella comunione delle tre Divine Persone.
La rivelazione della Trinità appartiene al Nuovo Testamento, ma nell’Antico Testamento vi sono alcuni passi che, riletti dopo la rivelazione cristiana, appaiono come un preannunzio, una prefigurazione della “molteplicità” in Dio.
Uno di questi passi è la prima lettura tratta dal Libro dei proverbi in cui la Sapienza parla della propria origine: Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, all’origine. Letteralmente “mi ha concepita, formata, generata”) come inizio (in greco ἀρχή archè.).
Dall’eternità sono stata formata, fin dal principio, dagli inizi della terra.
Quando non esistevano gli abissi, io fui generata, quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua; prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io fui generata.
Quando egli fissava i cieli, io ero là;…io ero con lui come artefice (ma secondo molti studiosi: “come bambina”: traduzione più coerente con il seguito del testo) ed ero la sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a lui in ogni istante, giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».
Questa immagine poetica della Sapienza può essere molto bene interpretata, secondo la tradizione occidentale, come il Logos, il Verbo, la Parola eterna di Dio che si farà carne in Cristo o, secondo la tradizione orientale, come “lo Spirito di Dio” che aleggiava sulle acque della creazione.
C’è comunque in questo testo “una molteplicità” in Dio, che alla luce della rivelazione di Gesù, noi abbiamo appreso come “Trinità”.
La rivelazione sulla Trinità ci è stata data perchè ci sia di aiuto e modello per la nostra vita cristiana chiamata a manifestare, secondo le nostre possibilità, l’amore perfetto che unisce le tre Persone divine.
Ti glorifichi o Dio, la tua Chiesa,
contemplando il mistero della tua sapienza
con la quale hai creato e ordinato il mondo;
tu che nel Figlio ci hai riconciliati
e nello Spirito ci hai santificati
fa’ che, nella pazienza e nella speranza,
possiamo giungere alla piena conoscenza di te
che sei amore, verità e vita.