5 giugno 2016 – Domenica del Signore, Dio d’Israele

DOMENICA DEL SIGNORE, DIO D’ISRAELE,
CHE HA VISITATO E REDENTO IL SUO POPOLO,
E HA SUSCITATO PER NOI UN SALVATORE POTENTE

X del Tempo Ordinario Anno C

Luca 7,11-17; 1 Re 17,17-24; Sal 29; Galati 1,11-19

di don Pino Germinario

 

Fifteenth%20Sunday%20After%20Pentecost%2001Terminato il Tempo Pasquale riprendiamo il Tempo Ordinario che quest’anno segue la lettura del Vangelo di Luca. Siamo al capitolo 7 in cui la potenza salvifica di Gesù si manifesta sempre più chiaramente e pienamente.

Insegnare agli ignoranti, perdonare i peccatori, sovvenire alla fame, guarire le malattie, sono alcune delle “opere del Regno”, che Gesù battezzato nello Spirito Santo esegue nella Potenza del medesimo Spirito. Tuttavia, delle opere nessuna eguaglia lo scontro del Signore con la morte.

E’ però importante distinguere nettamente le tre “rianimazioni” presenti nei Vangeli: la figlia di Giairo,  il figlio della vedova di Naim e Lazzaro, dalla risurrezione di Gesù.

Nella rianimazione si ha un ritorno alla vita di prima e si resta sempre soggetti alla morte in futuro.

Nella risurrezione di Gesù invece si ha il passaggio definitivo dalla nostra vita alla vita di Dio. Cristo risorto non muore più e la morte non ha più alcun potere si di Lui. Egli “siede alla destra del Padre” e vive e regna con Lui in eterno. Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. (Rm 6,10)

L’obiettivo finale dell’opera di Gesù è proprio la nostra partecipazione definitiva alla vita eterna di Dio cioè la nostra risurrezione.

4Egli fu crocifisso per la sua debolezza, ma vive per la potenza di Dio.

E anche noi siamo deboli in lui, ma vivremo con lui per la potenza di Dio a vostro vantaggio. (2 Cor 13,4)

Colui che vincerà la morte e risorgerà dai morti mostra qui la capacità di dare la vita.

Nel caso della rianimazione del figlio della vedova di Naim Luca sottolinea anche la capacità di Gesù di condivisione sensibile del dolore della madre.

Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei. (letteralmente: “furono sconvolte le sue viscere”)

Il verbo utilizzato per esprimere il sentimento di Gesù verso la madre era solitamente usato che esprimere il profondo, viscerale amore materno verso il proprio bambino in difficoltà.

Un movimento totale, che investe la persona, la sconvolge. Il paragone vuole insegnarci che il Signore nel suo moto di amore non può essere descritto meglio che attraverso il paragone con l’amore “materno”.

Luca inoltre usa in questo punto il termine “Il Signore” invece del consueto Gesù proprio per mostrarne la sua qualità divina.

La grande compassione e la Parola che opera ciò che dice «Ragazzo, dico a te, àlzati!» sono atti diretti di Dio presente nel mondo nella persona di Gesù.

Questo ci aiuta a comprendere la similitudine e la differenza tra l’episodio del Vangelo e quello della prima lettura.

Il profeta Elia si trova in una situazione molto simile a quella del Vangelo. Il figlio di una vedova che ospita il profeta è morto.

Elia prega il Signore, si distende tre volte sul corpo del bambino, poi invoca ancora intensamente il Signore perchè la vita torni in quel corpo.

Dunque non è Elia a compiere il miracolo ma il Signore da lui invocato.

Gesù manifesta la potenza di un profeta, ma è PIÙ di un profeta: è LUI direttamente che con la sua Parola autorevole e divina opera il prodigio.

E’ la Vita in Persona che si fa solidale con la sofferenza della madre e le dà la possibilità concreta e reale di “non piangere” rianimando il figlio morto.

Il salmo responsoriale esprime il ringraziamento della comunità cristiana per la l’opera di salvezza di Cristo:

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.
Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia. (Sal 28)

 

O Dio, consolatore degli afflitti,
tu illumini il mistero del dolore e della morte
con la speranza che splende sul volto del Cristo;
fa’ che nelle prove del nostro cammino
restiamo intimamente uniti alla passione del tuo Figlio,
perché si riveli in noi la potenza della sua risurrezione.

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