2 ottobre 2016 – DOMENICA XXVII del Tempo per l’Anno C

DOMENICA XXVII del Tempo per l’Anno C

RAVVIVIAMO IN NOI IL DONO DELLA FEDE
ATTENDENDO LA MENIFESTAZIONE DEL SIGNORE COME SERVI SENZA PRETESE
FIDUCIOSI NELL’AMORE DI DIO

Luca 17,5-10; Abacuc 1,2-3; 2,2-4; Salmo 94; 2 Timoteo 1,6-8.13-14

di don Pino Germinario

Vincent Van Gogh, L’albero di gelso, 1889, Norton Simon Museum of Art, California

Tante volte, di fronte al male, di fronte a situazioni dure e difficili, abbiamo pensato o detto come il profeta Abacuc nella prima lettura:

Fino a quando, Signore, implorerò aiuto e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!» e non salvi?
Perché mi fai vedere l’iniquità e resti spettatore dell’oppressione?

La riposta a queste domande la possiamo trovare solo nella fede che è insieme dono di Dio e fiducia in Lui.

San Paolo ricorda al suo discepolo Timoteo di ravvivare il dono di Dio, che è in lui. Il verbo letteralmente indica l’azione di chi toglie la cenere che copre la brace per dar modo al fuoco di riprendere vigore.

Così il cristiano è chiamato a rimuovere le incrostazioni le pesantezze e i dubbi che possono offuscare ingabbiare e frenare la fede.

Il testo del Vangelo ci invita a vivere, impegnati nelle nostre attività quotidiane, come servi senza pretese di un “Padrone” che ci ama.

La traduzione normalmente utilizzata “servi inutili” finisce per farci fraintendere ciò che il testo vuol dire.

Non è affatto “inutile” ciò che facciamo ogni giorno!

Il punto è di non “pretendere” di dire a Dio quello che secondo noi dovrebbe fare e quando lo dovrebbe fare.

Leggiamo nel Libro di Giobbe:

Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano:
Quando ponevo le fondamenta della terra, tu dov’eri?
Dimmelo, se sei tanto intelligente!
Chi ha chiuso tra due porte il mare, quando usciva impetuoso dal seno materno… dicendo: «Fin qui giungerai e non oltre e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde»?
Da quando vivi, hai mai comandato al mattino e assegnato il posto all’aurora?
Sei mai giunto alle sorgenti del mare e nel fondo dell’abisso hai tu passeggiato?
Ti sono state svelate le porte della morte e hai visto le porte dell’ombra tenebrosa?
Chi ha scavato canali agli acquazzoni e una via al lampo tonante?
Puoi tu annodare i legami delle Plèiadi o sciogliere i vincoli di Orione?
Puoi tu far spuntare a suo tempo le costellazioni
o guidare l’Orsa insieme con i suoi figli?
Conosci tu le leggi del cielo o ne applichi le norme sulla terra?

 Giobbe prese a dire al Signore:
«Ecco, non conto niente: che cosa ti posso rispondere?
Mi metto la mano sulla bocca. Ho parlato una volta, ma non replicherò,
due volte ho parlato, ma non continuerò». (Gb 38-40)

 

Il Signore NON È come i padroni di questo mondo:
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”?

Infatti nel Capitolo 12 di Luca leggiamo:
5Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; 36siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. 37Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.

Abacuc proclama la visione che ha ricevuto dal Signore:
Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà.
Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede».

Noi non possiamo conoscere i tempi e i modi in cui il Signore opera, ma abbiamo fede il Lui. Sappiamo che Egli opera costantemente per vie che Lui solo conosce e sappiamo che ci ama e che non ci abbandonerà mai.

Noi siamo incostanti e incoerenti e la nostra fede vacilla ad ogni difficoltà. Il Signore invece è fedele alla sua Parola.

Chiediamo anche noi al Signore come i discepoli:«Accresci in noi la fede!».

 

O Padre, che ci ascolti se abbiamo fede
quanto un granello di senapa,
che esaudisci le preghiere del tuo popolo
al di là di ogni desiderio e di ogni merito,
effondi su di noi la tua misericordia:
donaci l’umiltà del cuore,
perché, cooperando con tutte le nostre forze
alla crescita del tuo regno,
ci riconosciamo servi senza pretese,
che tu hai chiamato a rivelare le meraviglie del tuo amore.

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