27 novembre 2016 – I Domenica di Avvento
Il Signore è Colui che SEMPRE viene incontro agli uomini
È venuto, viene e verrà alla fine dei tempi
I Domenica di Avvento, Anno A
Mt 24,37-44; Is 2,1-5; Sal 121; Rm 13,11-14
di don Pino Germinario
Iniziamo oggi un nuovo anno liturgico nel quale la nostra guida sarà il Vangelo di Matteo.
L’anno liturgico è il grande memoriale di tutta l’opera di salvezza di Cristo distribuita nell’arco di un anno.
Nel corso dell’anno liturgico la chiesa ricorda tutto il mistero di Cristo, dall’incarnazione al giorno della pentecoste e all’attesa del ritorno del Signore.
L’opera di salvezza di Dio irrompe continuamente e in diversi modi nella nostra storia ma soprattutto in Cristo si è radicata nel tempo in modo particolarmente chiaro e intenso, così che ogni tempo è tempo di salvezza e tempo di Dio, poiché la sua offerta di salvezza abbraccia tutte le epoche e tutti gli uomini.
Compito della chiesa è di annunciare e di rendere accessibile a tutti i tempi e a tutti i luoghi l’opera della salvezza realizzata in Cristo attraverso la proclamazione della Parola di Dio, la celebrazione dei Sacramenti e la sua azione pastorale, preparando le vie alla fede, alla speranza e alla carità, e promuovendo la crescita nella grazia.
Le celebrazioni dell’anno liturgico guardano non solo al passato, ma al presente e al futuro.
La salvezza di Cristo morto e risorto si fa presente qui e ora nella celebrazione della Parola e dei Sacramenti nell’attesa del ritorno del Signore preparando ad esso le strade.
Si tratta di una offerta di grazia da parte di Dio a uomini liberi in vista di un incontro nel quale l’uomo deve portare la fede nella sua piena espressione. Quando l’uomo si apre all’offerta di salvezza di Dio, il mistero pasquale diventa efficace e fruttuoso.
Il tema della venuta del Signore alla fine dei tempi unisce la fine e l’inizio dell’anno liturgico.
Il tempo dell’Avvento celebra, in tutti i suoi significati, il Signore come Colui che viene incessantemente incontro agli uomini lungo tutto il corso della storia.
Si celebra il Cristo in quanto Principio e Fine di tutte le cose.
Si celebra il Cristo come Parola di Dio fatta carne con la sua vita, morte e risurrezione.
Si celebra il Cristo che si fa presente ora e opera la salvezza nella comunità cristiana che celebra la sua Parola e i suoi Sacramenti.
Si celebra il Cristo che verrà alla fine di tempi a dare pieno compimento al suo regno di amore, di giustizia e di pace manifestando la sua misericordia e la sua giustizia a tutti quelli che avranno creduto in Lui.
A te, Signore, elevo l’anima mia,
Dio mio, in te confido: che io non sia confuso.
Non trionfino su di me i miei nemici.
Chiunque spera in te non resti deluso. (Sal 24, 1-3)
La meditazione sulla venuta del Signore non è per il cristiano motivo di angoscia, ma di speranza e di gioia
Quale gioia, quando mi dissero: «Andremo alla casa del Signore!». (Sal.Resp)
Alla speranza e alla gioia si uniscono un forte invito alla saggezza e alla vigilanza: Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.
Dobbiamo essere sempre, ogni giorno, pronti all’incontro con il Signore.
Pronti nella giustizia, nelle opere buone, nella disponibilità, nell’onestà, nella misericordia e nel perdono.
La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.
Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo.
Un mondo nuovo per la fine dei tempi è annunziato dal profeta Isaia.
Il suo centro sarà il monte del tempio del Signore.
Ad esso faranno riferimento tutti gli uomini e tutti i popoli perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri.
Finiranno, non avranno più senso, guerre, violenze e ingiustizie e tutti cammineranno nella luce del Signore.
O Dio, Padre misericordioso,
che per riunire i popoli nel tuo regno
hai inviato il tuo Figlio unigenito,
maestro di verità e fonte di riconciliazione,
risveglia in noi uno spirito vigilante,
perché camminiamo sulle tue vie di libertà e di amore
fino a contemplarti nell’eterna gloria.