29 aprile 2018 – Domenica V di Pasqua

IO SONO LA VITE, VOI I TRALCI

CHI RIMANE IN ME, E IO IN LUI, PORTA MOLTO FRUTTO.

 CHI NON RIMANE IN ME VIENE GETTATO VIA COME IL TRALCIO E SECCA.

Domenica V di Pasqua, Anno B

Gv 15,1-8; At 9,26-31; Sal 21; 1 Gv 3,18-24

di don Pino Germinario

The Holy Vine, Icona ortodossa, XVI secolo

The Holy Vine, Icona ortodossa, XVI secolo

Quella della vite e dei tralci è propriamente una “allegoria” o una “metafora” in cui ogni elemento rimanda ad un particolare significato. Nel tempo pasquale celebriamo il Cristo risorto presente e operante nella comunità cristiana (chiesa) per mezzo dello Spirito santo.

In questo testo troviamo una immagine viva della comunione tra Cristo e la Chiesa.

Il vignaiolo è il Padre che, dopo tante delusioni procurate dalla vigna del popolo di Israele, è intervenuto direttamente per piantare la VERA vite che è il Cristo.

I tralci sono i cristiani che per portare frutto DEVONO essere uniti a Cristo che è la vera vite. Solo da Lui possono ricevere la linfa vitale che è lo Spirito Santo che svela il senso delle scritture e da ai discepoli la capacità, la forza e l’amore necessari per metterle in pratica. Non esiste un cristianesimo individuale, privato e auto-referenziale. Se il tralcio non è unito alla vite cioè se il cristiano non è unito a Cristo e per mezzo di Lui agli altri cristiani cioè alla chiesa, non può portare frutto e  secca.

D’altra parte il tralcio unito alla vite subisce una “potatura”: il verbo utilizzato vuol dire “purificare” come appare chiaramente nella frase Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Naturalmente nel testo dell’allegoria parlando della vite viene correttamente tradotto con “potare” ma, a livello del significato, i discepoli uniti al Cristo, vengono progressivamente purificati, trasformati ad immagine del Maestro morto e risorto. Così i discepoli sono chiamati a morire al peccato e al male per rinascere ad una vita nuova. Questo processo di purificazione e trasfigurazione è bene rappresentato da San Paolo che passa dall’essere fiero persecutore dei cristiani ad apostolo coraggioso e tenace del Cristo, rifiutato per questo dai capi del popolo ebraico e inizialmente temuto dalla prima comunità che aveva perseguitato. Nonostante tutte le difficoltà, Paolo porterà grande frutto in tutte le comunità cristiane da lui visitate o fondate!

Giovanni nella seconda lettura ci invita ad mare con i fatti e nella verità.

Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui.

O Dio, che ci hai inseriti in Cristo

come tralci nella vera vite,

donaci il tuo Spirito,

perché amandoci gli uni agli altri di sincero amore,

diventiamo primizie di umanità nuova

e portiamo frutti di santità e di pace.  

Potrebbero interessarti anche...