23 settembre 2018 – XXV Domenica del Tempo Ordinario
«DI CHE COSA DISCUTETE LUNGO LA STRADA DELLA VOSTRA VITA?»
Domenica xxv del Tempo per l’Anno B
Marco 9,30-37; Sapienza 2,12.17-20; Salmo 53; Giacomo 3,16-4,3
di don Pino Germinario
Gesù aveva annunziato ai discepoli che sta andando a Gerusalemme dove lo attendono la passione, la morte e la risurrezione. E’ seguita la reazione negativa di Pietro cui Gesù ha chiesto di non ostacolarlo ma di mettersi in cammino dietro di lui. Oggi leggiamo il secondo annunzio della passione e ancora una volta ci troviamo di fronte ai discepoli che non hanno capito nulla di quello che Gesù annunzia e che sperano ancora di andare a Gerusalemme per dare inizio ad un nuovo regno terreno nel quale si immaginano di dover ricoprire dei ruoli di primaria importanza e per questo discutono su chi fra loro è il più “grande”. E’ sconcertante la distanza che separa i pensieri dei discepoli da quello di Gesù. Egli allora propone ai discepoli un “modello” che deve invertire totalmente il loro modo di pensare: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». Gesù indica come riferimento “il bambino” che nella cultura dell’epoca non aveva alcun diritto e non godeva di nessuna considerazione. Chi accoglie un bambino, accoglie attraverso di lui Gesù stesso e attraverso Gesù accoglie Dio! Ai discepoli viene ripetuto in altra forma ciò che era stato detto a Pietro: devono capovolgere il loro modo di pensare e devono seguire la via di Dio e non quella degli uomini. Anche a noi il Signore domanda: di che cosa discutete? Che cosa è importante per voi? Avete compreso che cosa è importante davanti a Dio? «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole.» Siamo invitati a superare il ragionamento degli “empi” descritti nella prima lettura che disprezzano quelli che seguono la via della giustizia e anzi li ostacolano e li opprimono. In realtà essi ostacolano e opprimono il Signore stesso! Anche San Giacomo ci esorta ad accogliere la sapienza che viene dall’alto che supera le divisioni, le gelosie, le contese dove l’altro è considerato nemico. La sapienza che viene da Dio invece libera, e dà tranquillità. E’ quella che i discepoli devono ricercare e praticare.
O Dio, Padre di tutti gli uomini,
tu vuoi che gli ultimi siano i primi
e fai di un fanciullo la misura del tuo regno;
donaci la sapienza che viene dall’alto,
perché accogliamo la parola del tuo Figlio
e comprendiamo che davanti a te
il più grande è colui che serve.