24 febbraio 2019 – 7^ domenica del tempo ordinario
“Pregate per chi vi tratta male”
Il male ricevuto non può essere trattenuto. È una legge della nostra interiorità che ama solo ricevere il bene e tende a respingere il male. Tutte le volte che il male ricevuto lo trattieni dentro di te e ti sforzi di dominarlo, esso si annida sempre di più nel cuore e lo corrode, inizia ad allargarsi sempre di più, invadendo quelle dimensioni della nostra personalità più fragili: la mente, i sensi, oppure viene somatizzato. A volte la via più immediata e facile di espulsione del male ricevuto è, a seconda della sua intensità, la vendetta, l’ira, lo sfogo. Ma questo male commesso a nostra volta, ci inquina e ricade nuovamente nella nostra interiorità. Non è immediato invece pensare che il male ricevuto va allontanato dal nostro cuore compiendo del bene, cominciando innanzitutto dal purificare il nostro ricordo e il nostro pregiudizio verso chi l’ha compiuto. La preghiera verso chi ci ha fatto del male è la prima sovrascrittura del passato che libera il cuore dal risentimento negativo e infonde la forza di agire nuovamente nel bene.
In breve
La vera giustizia è ricreare nelle dinamiche sociali i presupposti per agire bene, e non cadere nell’inganno che al male bisogna rispondere con il male.