Natale 2019 – Dalla parte del Figlio e dei figli

Il Natale ha il volto del figlio: Gesù Bambino, figlio di Dio e Figlio dell’uomo, miracolo reale della vita che nasce, prova schiacciante dell’amore di Dio per gli uomini. Egli, annunciato dal canto del Gloria degli Angeli, suscita stupore nei pastori, incredulità nei Magi, ma anche invidia in Erode, un po’ di indifferenza negli abitanti di Betlemme, ignari dell’evento mai più così grande della storia.

Se ti imbatti nella vista di un Gesù Bambino, piccolo o grande, di squisita fattura napoletana o di dozzinale cineseria, non puoi non rimanere meravigliato dalla sua bellezza, folgorato dai suoi occhi eloquenti, estasiato dalla sua innocenza disarmante. La sua vista diventa sublimità: mentre lo guardi, ti si riempie il cuore; pensi subito alle cose belle della vita, al bene che è tanto ma non sempre si vede, all’amore tornato alla sua purezza nativa.

A te, uomo o donna, che hai avuto il dono di un figlio, può accadere di declinare l’amore del Figlio nell’amore per i tuoi figli. In loro vedi Lui, nella loro meraviglia la Sua, nel loro incanto il Suo, nella loro fragilità la Sua, anche nel loro pianto il Suo. C’è una corsia preferenziale di spiritualità incarnata per te genitore; c’è un sacro immediato che ricevi solo perché hai generato una vita.

Sempre a te, uomo o donna, che hai avuto il dono di un figlio, può accadere di dimenticare di essere un padre o una madre, di perdere il senso di una genitorialità in cammino, di barattare l’impegno faticoso di educare un figlio con la tentazione di un ritorno alla vita del single; sembra che a volte, anziché accompagnare tuo figlio nella sua storia di vita, tu scelga di accompagnarti a qualche amore passeggero, fluttuante, che ti soddisfa il tempo transitorio di una vita egoista. E intanto i figli ti guardano mentre fai il giovane e non hai più l’età, ti chiedono la presenza ma non la ricevono, ti implorano di continuare ad essere la loro guida, ma le tue scelte dimostrano il contrario.
Hai forse dimenticato che quando sono nati hai pianto di gioia, dicendo a tutti che non si poteva spiegare quello che avevi dentro? Hai dimenticato che quando erano tanto piccoli la tua vita era la loro, il tuo tempo il loro, il fine della tua vita la loro felicità?

A te, uomo o donna, il Dio Bambino rammenta che la vita di un figlio non ha priorità pari, che la sua crescita è un miracolo continuo e che la tua realizzazione è la sua serenità. Ti ricorda che se salta un matrimonio, o una convivenza, permane la genitorialità. Che non devi cercare altrove significati nuovi per dare senso al tuo vivere. Ce li hai davanti a te… sono i tuoi figli! Essi sono sangue del tuo sangue, vita della tua vita.

Il Fanciullo di Nazareth ridoni a tutti il senso autentico della vita.
Auguri.

Vincenzo Di Palo

Potrebbero interessarti anche...