2 gennaio 2022 – II Domenica dopo Natale
Seconda Domenica dopo Natale
Di fronte a Gesù, Parola piena e definitiva di Dio, Parola fatta carne, ognuno di noi è invitato a prendere posizione. Ognuno può accoglierlo o rifiutarlo, o anche addirittura ignorarlo. Ma a chi lo ha accolto è stata offerta una possibilità decisamente straordinaria: «diventare figli di Dio» (Gv 1,12).
Non si tratta di una condizione che si guadagna con il nostro impegno, con lo sforzo legato alla volontà: è un dono che consiste nell’«essere generati da Dio» (Gv 1,13), e questo avviene attraverso lo Spirito.
L’apostolo Paolo tenta di illuminare questa esperienza ricorrendo ad un’immagine legata alla sua epoca, l’atto di adozione con cui una persona veniva inserita in una famiglia e riceveva, pur senza un legame di sangue, tutti i diritti dei figli.
Non è facile descrivere la vita dei figli di Dio, così come non è facile parlare dello Spirito Santo, raccontarlo.
Ma non siamo noi testimoni di innumerevoli cammini silenziosi di persone del «bene nascosto» in tanti ammalati, in persone anziane o sole, in famiglie che accudiscono con eroismo bambini e adolescenti disabili e li colmano di affetto?
Forse, ogni volta che evochiamo la realtà dei «figli di Dio», volgere lo sguardo alla «santità della porta accanto», a tutti coloro che donano gesti e parole che profumano di Vangelo.
Il Natale, il mistero dell’incarnazione, domanda dunque di essere vissuto nell’esistenza di ogni giorno.
Se così non fosse, abbiamo compiuto solo una «commemorazione» e non abbiamo attinto a una presenza viva, quella del Risorto.
La certezza che Dio è ormai per sempre «il Dio con noi», presente in ogni istante della nostra vita e che agisce per renderci simili a lui, rappresenta nello stesso tempo una sorgente di pace e un’esigenza del cuore.