31 dicembre 2017 – Festa della Santa Famiglia

IL PADRE E LA MADRE DI GESÙ SI STUPIVANO

DELLE COSE CHE SI DICEVANO DI LUI.

DOMENICA NELL’OTTAVA DEL NATALE

Festa della S. Famiglia (B)

Lc 2,22-40; Gen 15,1-6; Sal 104; Eb 11,8.11-12.17-19

di don Pino Germinario

Beato Angelico, Presentazione di Gesù al Tempio, 1438-1440, convento di San Marco a Firenze

Beato Angelico, Presentazione di Gesù al Tempio, 1438-1440, convento di San Marco a Firenze

 

Per otto giorni la liturgia della chiesa si ferma a contemplare il mistero grande del Natale del Signore. In questo contesto celebriamo oggi la Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe. Il tema di quest’anno è quello del dono del Figlio che supera ogni attesa e ogni progetto.

Gesù, il Figlio, dono di Dio a Maria e Giuseppe, cambia profondamente e definitivamente la loro vita e i loro progetti.

Già questo si era visto nell’annuncio a Maria e in quello a Giuseppe, ma ora di nuovo, nel tempio di Gerusalemme, dove lo avevano portato per adempiere alle prescrizioni della legge sul figlio primogenito,  il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.

 Nel tempio due persone sconosciute, prima Simeone e poi Anna, indipendentemente l’uno dall’altra, si erano avvicinati al Bambino e avevano proclamato di Lui cose straordinarie!

Simeone diceva di aver visto in Lui la  salvezza di Dio, preparata da lui davanti a tutti i popoli: luce per rivelarsi alle genti
e gloria del suo popolo, Israele.

Anna sopraggiunta poco dopo si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

 Lo stesso tema del dono del figlio che cambia la vita e i progetti dei genitori viene sviluppato nella prima lettura in cui si parla di Abramo vecchio e scoraggiato perchè non aveva avuto figli.

Diceva Abramo: «Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede».

Ma il Signore promise ad Abramo: «Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede».

Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza».

Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.

La promessa del Signore si compì con la nascita del figlio Isacco.

In ogni famiglia cristiana i figli sono vissuti come un dono straordinario di Dio che cambia la vita e i progetti dei genitori.

I figli dai genitori ricevono la vita, la formazione, il modo di pensare e di vivere, le esperienze, la cultura, la fede, i valori fondamentali di riferimento, ma essi non sono una proprietà dei genitori che sono chiamati a riconoscere e valorizzare le caratteristiche uniche di ciascuno di loro. Una famiglia è come un cantiere in cui progressivamente si costruisce una barca che alla fine viene varata in mare e farà il suo cammino al di fuori e lontano dal cantiere.

Il Signore è fedele al suo patto abbiamo detto nel salmo responsoriale.

I genitori possono essere riconoscenti per il dono dei figli, ma devono ricordare che i figli sono di Dio e vanno al di là delle loro attese e il Signore realizzerà in loro cose più grandi e sorprendenti dei loro progetti. È quindi necessario da parte di tutti, genitori e figli, una docile fedeltà al Signore, una grande fiducia nelle sue promesse e nella sua capacità di compiere cose grandi in ogni persona.

Ricordate le meraviglie che il Signore ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca,

Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco. (Sal 104)

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