6 maggio 2018 – Domenica VI di Pasqua

RIMANETE NEL MIO AMORE

Domenica VI di Pasqua, Anno B

Gv 15,9-17; At 10,25-27.34-35.44-48 ;Sal 97; 1 Gv 4,7-10

di don Pino Greminario

Icona raffigurante l'Ultima cena, Russia centrale, fine XVIII secolo

Icona raffigurante l’Ultima cena, Russia centrale, fine XVIII secolo

Tutta la vita cristiana è una “reazione a catena” di amore.

  • (A) Come il Padre ha amato me, (B) anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
  • (A) Come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. (B) Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore
  • Questo è il mio comandamento: (B) che vi amiate gli uni gli altri (A) come io ho amato voi.

Il Signore Gesù ci ha fatto diventare suoi amici perchè tutto ciò che ha udito dal Padre l’ha fatto conoscere a noi. L’azione di Gesù non è solo quella di insegnare e dare un esempio da seguire. Si tratta invece di in intervento operativo, sostanziale, potente. Si tratta dell’opera di salvezza di Dio che si realizza in noi per mezzo di  Lui. Egli ha dato la VITA per i suoi amici.

Io ho scelto voi e vi ho COSTITUITI perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga

E’ Lui che ci ha chiamato alla salvezza e ci ha trasformato interiormente con il Suo Spirito perchè abbiamo da capacità, la forza e l’amore necessario per osservare i suoi comandamenti ed essere veramente suoi amici. Questo evento di trasfigurazione interiore è un dono di grazia e precede ogni nostro impegno. Tutto questo è ben esemplificato dall’incontro tra Pietro e il centurione Cornelio che solo in parte è narrato nella prima lettura. L’incontro è provocato da Dio che chiede al centurione Cornelio, un uomo religioso e timorato di Dio, che non conosceva Gesù, di mandare a chiamare un certo Pietro che si trovava a Giaffa. D’altra parte Pietro riceve una visione che per tre volte lo invita a non considerare impuro ciò che Dio ha purificato. Poi tre uomini non ebrei mandati da Cornelio si presentano a Lui chiedendogli di andare con loro da Cornelio e il Signore gli dice di andare con loro senza esitare nonostante che non fosse lecito ai giudei avere contatti con stranieri. Quindi è il Signore che vuole che Cornelio entri nella comunità cristiana ed è il Signore che vuole che Pietro apra la comunità a tutti giudei e pagani. Mentre Pietro parla lo Spirito Santo viene effuso su tutti presenti giudei e pagani e Pietro comprendendo la volontà di Dio battezza Cornelio e gli altri stranieri presenti. (Sarebbe utile in questa settimana leggere in casa il capitolo 10 degli Atti degli apostoli che narra tutta la storia di Cornelio e Pietro).

Anche Giovanni nella seconda lettura ci dice che l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio

Non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio

SE sapremo corrispondere a questa opera di trasfigurazione che il Signore opera in noi, se vorremo rimanere nel suo amore, se saremo in piena comunione con Lui

ALLORA ci sarà piena coincidenza tra la Sua volontà e la nostra e le nostre preghiere potranno essere esaudite.

Dobbiamo comprendere che non è il Signore che deve fare la nostra volontà, ma siamo invece noi a dover comprendere e compiere la volontà di Dio.

Dio, che ci hai amati per primo
e ci hai donato il tuo Figlio,
perché riceviamo la vita per mezzo di lui,
fa’ che nel tuo Spirito
impariamo ad amarci gli uni gli altri
come lui ci ha amati,
fino a dare la vita per i fratelli.

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