22 luglio 2018 – XVI Domenica del Tempo Ordinario

IL SIGNORE È IL MIO PASTORE: NON MANCO DI NULLA.

MI GUIDA PER IL GIUSTO CAMMINO A MOTIVO DEL SUO NOME.

Domenica XVI del Tempo per l’Anno B

Marco 6,30-34; Geremia 23,1-6; Salmo 22; Efesini 2,13-18

di don Pino Germinario

Philippe de Champaigne, Gesù Buon Pastore

Philippe de Champaigne, Gesù Buon Pastore

Nella Bibbia la figura del Pastore rappresenta coloro che esercitano le funzioni di Capi del popolo e quindi il Re e le altre autorità civili e religiose. Al di sopra di tutti vi è il Signore indicato come “il Pastore grande delle pecore”. Nella prima lettura il profeta Geremia a nome di Dio contesta i pastori di Israele: Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati. Egli annunzia un intervento diretto di Dio per salvare il suo popolo:

Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho scacciate e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; non ne mancherà neppure una. Oracolo del Signore.

Secondo la Sua promessa il Signore susciterà a Davide un germoglio giusto, che eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra.

 Ed ecco, nel vangelo, Gesù opera come “il germoglio giusto di Davide” che ama profondamente (il verbo tradotto con “ebbe compassione di loro” indica letteralmente un fremito delle viscere come quello della mamma per il suo bambino) ogni persona del popolo ed è venuto per essere il vero Pastore che raduna, guida e insegna. Egli costituisce per loro i suoi discepoli chiamati ad essere “pastori secondo il suo cuore”. Li aveva mandati “a due a due” ad annunziare la parola di salvezza nei villaggi vicini. Ora sono tornati e gli riferiscono tutto quello che avevano fatto. Gesù li ascolta e poi li invita a stare insieme con Lui per una pausa di riposo in un posto tranquillo che invece risulta occupato da una grande folla. Gesù allora rinunzia al riposo e mette a insegnare loro molte cose. La liturgia ci invita a riconosce in Gesù il “Pastore grande delle pecore”, ad ascoltare la sua voce e a seguirlo.

Egli infatti è la nostra pace,
colui che di due
(cioè gli ebrei e i pagani) ha fatto una cosa sola,
abbattendo il muro di separazione che li divideva,
cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne.
Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti,
per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo,
facendo la pace,
e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo,
per mezzo della croce,
eliminando in se stesso l’inimicizia.
Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani,
e pace a coloro che erano vicini.
Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri,
al Padre in un solo Spirito.

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