8 dicembre 2021 – Solennità dell’Immacolata concezione di Maria
La solennità che oggi celebriamo, ci ricorda anch’essa che all’origine della fede non c’è un uomo che si mette alla ricerca di Dio, ma un Dio che viene incontro all’uomo, per amore. E gli offre un annuncio di salvezza, una possibilità imprevista di trovare una gioia piena e duratura.
È questo, d’altronde, il significato meraviglioso di ‘Vangelo’: è l’amicizia offerta da Dio all’uomo, senza badare ai suoi meriti, alla sua bontà o alla sua cattiveria.
La prima lettura, con il suo racconto simbolico del peccato dei progenitori, ci dice dell’esperienza fondamentale del cristianesimo non dipende da qualcosa che facciamo noi, sforzandoci di essere buoni, di migliorarci, di andare incontro a Dio. L’esperienza fondamentale è l’iniziativa di Dio che ci salva.
Un’esplosione di grazia.
Nel brano evangelico, quello noto della vocazione di Maria, Luca celebra la Grazia, la bontà smisurata di Dio. In Maria risplende questo amore tenace di Dio che prepara una creatura a diventare la Madre del suo Figlio. Quanto avviene non appartiene affatto alla logica del merito, ma della grazia, di una grazia che anticipa, previene l’adesione dell’uomo. Oggi, infatti, Maria appare ai nostri occhi proprio come la «piena di grazia», colei cioè che «ha trovato grazia presso Dio».
Maria è libera di accettare o di rifiutare perché Dio rispetta sempre la nostra libertà. Del resto quello che Dio offre e chiede è l’amore, e solo nella libertà ci può essere amore autentico.
Ora, l’annuncio che Maria riceve è meraviglioso e oscuro al tempo stesso: diventerà la madre del Messia, ma come questo potrà accadere rimane oscuro al suo cuore. L’angelo non risponde a questo interrogativo. Le domanda soltanto di fidarsi di Dio e dell’azione del suo Spirito. Ed è quello che Maria fa.
Nella sua risposta c’è l’abbandono fiducioso, la disponibilità generosa, la certezza di essere in buone mani. E nelle nostre risposte cosa c’è?