10 gennaio 2016 – Domenica «DEL BATTESIMO DEL SIGNORE»

DOMENICA «DEL BATTESIMO DEL SIGNORE»

I del Tempo per l’Anno C

Luca 3,15-16.21-22; Isaia 40,1-5.9-11; Salmo 103; Tito 2,11-14; 3,4-7

di
don Pino Germinario

 

Il Battesimo di Cristo è un affresco (335x540 cm) di Pietro Perugino, realizzato verso il 1482 e facente parte della decorazione del registro mediano della Cappella Sistina in Vaticano. Si tratta dell'unica opera firmata di tutta la Cappella. La scena è impostata secondo uno schema simmetrico, tipico di Perugino. Al centro il fiume Giordano scorre dritto verso lo spettatore, fino ai piedi di Gesù e di Giovanni Battista che lo sta battezzando, in primo piano. Dal cielo scende la colomba dello Spirito Santo, inviata da Dio Padre in alto, rappresentato entro un nimbo di luce con serafini e cherubini e affiancato da due angeli in volo. A questo asse centrale converge anche il paesaggio, con una visione simbolica della città di Roma (si riconoscono tra le mura un arco di trionfo, il Colosseo e il Pantheon) verso la quale tendono le linee di forza delle due quinte rocciose digradanti ai lati. Alle due estremità si svolgono due episodi secondari, pure improntati a una simmetria che ne sottolinea le analogie dottrinali: la predica alle folle del Battista (sinistra) e di Gesù (a destra). Tipico dell'artista è anche il paesaggio che sfuma dolcemente in lontananza, punteggiato da esili alberelli, che divenne uno degli elementi più riconoscibili della scuola umbra. Alla scena in primo piano partecipano anche due angeli inginocchiati che tengono un asciugamano, evidente citazione nordica, che ricorda Hugo van der Goes e il Trittico Portinari, e un battezzando che si sta spogliando, secondo una tradizione iconografica consolidata. Chiudono infine ai lati, in primo piano, una serie di ritratti di personaggi contemporanei, molto rari nelle scene sacre di Perugino, che vennero ispirati dalle analoghe composizioni di Domenico Ghirlandaio, pure al lavoro nella Sistina.

Il Battesimo di Cristo è un affresco (335×540 cm) di Pietro Perugino, realizzato verso il 1482 e facente parte della decorazione del registro mediano della Cappella Sistina in Vaticano. Si tratta dell’unica opera firmata di tutta la Cappella. La scena è impostata secondo uno schema simmetrico, tipico di Perugino. Al centro il fiume Giordano scorre dritto verso lo spettatore, fino ai piedi di Gesù e di Giovanni Battista che lo sta battezzando, in primo piano. Dal cielo scende la colomba dello Spirito Santo, inviata da Dio Padre in alto, rappresentato entro un nimbo di luce con serafini e cherubini e affiancato da due angeli in volo. A questo asse centrale converge anche il paesaggio, con una visione simbolica della città di Roma (si riconoscono tra le mura un arco di trionfo, il Colosseo e il Pantheon) verso la quale tendono le linee di forza delle due quinte rocciose digradanti ai lati. Alle due estremità si svolgono due episodi secondari, pure improntati a una simmetria che ne sottolinea le analogie dottrinali: la predica alle folle del Battista (sinistra) e di Gesù (a destra). Tipico dell’artista è anche il paesaggio che sfuma dolcemente in lontananza, punteggiato da esili alberelli, che divenne uno degli elementi più riconoscibili della scuola umbra.
Alla scena in primo piano partecipano anche due angeli inginocchiati che tengono un asciugamano, evidente citazione nordica, che ricorda Hugo van der Goes e il Trittico Portinari, e un battezzando che si sta spogliando, secondo una tradizione iconografica consolidata. Chiudono infine ai lati, in primo piano, una serie di ritratti di personaggi contemporanei, molto rari nelle scene sacre di Perugino, che vennero ispirati dalle analoghe composizioni di Domenico Ghirlandaio, pure al lavoro nella Sistina.

L’Epifania, cioè la manifestazione, la rivelazione del Signore continua e si accentua nella festa del suo Battesimo.

Chi è il Bambino di cui l’angelo aveva dato il “lieto annunzio” (cioè il vangelo) a Maria? «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». (Lc 1)

Chi è il Bambino che i Magi vennero da lontano ad adorare pur non conoscendolo e per il quale provarono una grande gioia? «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo» Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. (Mt 2)

In seguito Gesù dirà a Pilato che lo interrogava:

«Sei tu il re dei Giudei?» «Il mio regno non è di questo mondo…Io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità» (cioè per rivelare la verità).(Gv 18)

Chi è quell’Uomo che, umilmente, in mezzo agli altri, si presenta a Giovanni per essere battezzato?

Diceva Giovanni: In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». (Gv 1,26-27).

Egli è Colui che il profeta Isaia aveva annunziato al popolo esiliato in Babilonia:

«Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio…»

«Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio…»

Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie (da qui deriva la parola vangelo) a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio.» (Is 40)

Di Lui scriveva San Paolo a Tito: è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà… apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna. (Tt. 2).

Ed ecco (un’espressione che nei vangeli annunzia una particolare azione di salvezza di Dio)  dopo che Gesù fu battezzato il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo…e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». (Lc 3)

Ecco dunque chi è veramente Gesù: egli è l’Epifania, la Manifestazione, l’Incarnazione di Dio in mezzo a noi.

Questa Epifania si compirà pienamente nella passione, morte e risurrezione di Gesù: Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che Io Sono (che in ebraico indica il Nome di Dio!) nel Padre mio e voi in me e io in voi.  (Gv 14,19-20)

Lo Spirito di Dio che si è manifestato nel Battesimo di Gesù, nelle opere di Dio da Lui compiute e che ha risuscitato Gesù, è stato trasmesso a noi nel giorno del nostro Battesimo: Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. (Rm 6,4).

Essere cristiani vuol dire essenzialmente vivere secondo lo Spirito che è stato seminato in noi nel Battesimo.

E perché non viviamo più per noi stessi ma per lui che è morto e risorto per noi, ha mandato, o Padre, lo Spirito Santo, primo dono ai credenti, a perfezionare la sua opera nel mondo e compiere ogni santificazione. (Preghiera Eucaristica IV)

 

Padre d’immensa gloria,
tu hai consacrato con potenza di Spirito Santo
il tuo Verbo fatto uomo,
e lo hai stabilito luce del mondo
e alleanza di pace per tutti i popoli;
concedi a noi che oggi celebriamo
il mistero del suo battesimo nel Giordano,
di vivere come fedeli imitatori
del tuo Figlio prediletto,
in cui il tuo amore si compiace.

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