25 gennaio 2017, Conferenza sull’Enciclica di Papa Francesco, “Laudato sì”

Mercoledì 25 gennaio 2017, alle ore 19,00, presso la sala Finocchiaro, ha avuto luogo un incontro con il dott. Luigi Cioffi, segretario nazionale del Masci, per dibattere su: “La visione profetica dell’Enciclica papale LAUDATO SI e nuovi stili di vita”. Tale incontro è stato promosso dalla prof.ssa Lucia Sgherza, presidente dell’associazione culturale Eirene, da padre Francesco Piciocco, rettore dei frati minori della Basilica Madonna dei Martiri, da don Angelo Mazzone, parroco della parrocchia Madonna della Pace, dal dott. Giovanni Tritto del Masci gruppo don Tonino Bello, parrocchia Madonna della Pace.
Dopo i doverosi saluti ai relatori, agli ospiti presenti e all’uditorio,  la prof.ssa Sgherza ha aperto il dibattito spiegando  le motivazioni che hanno spinto gli organizzatori di tale incontro ad occuparsi di un tema così importante: la Laudato Sì,  penultima opera di papa Francesco. “Stiamo vivendo un periodo di grande crisi morale; è vitale cambiare vita e riappropriarsi dei valori evangelici insiti nell’uomo”, dice la moderatrice.
È intervenuto padre Francesco Piciocco che ha evidenziato il senso francescano che pervade l’opera di papa Francesco. “Il titolo ci riporta al Cantico delle creature di San Francesco, in cui viene esaltata  la bellezza del Creato e di tutte le creature che traggono “sustentamento”. La ricchezza di nostra Madre Terra – ha fatto presente padre Francesco – non è inesauribile per cui va rispettata e utilizzata con parsimonia. L’acqua “umile et pretiosa” viene offerta all’uomo senza condizione ma va consumata senza sprechi e distribuita equamente a tutte le creature viventi sulla terra. La vita va vissuta con semplicità, con umiltà, con gli altri, come ci insegna san Francesco.
Dopo i doverosi applausi ha preso la parola il dott. Luigi Cioffi il quale ha illustrato il grande valore dell’ Enciclica il cui tema dominante è l’ecologia integrale, fulcro dell’umanità in quanto riguarda ogni ambito della vita dell’uomo.
Per la comprensione di un tema così complesso il relatore ha fatto presente che l’enciclica comprende diversi livelli di lettura. Quindi ha fatto riferimento all’opera di Antoine Saint-Exupery, Il Piccolo Principe, per le analogie con l’opera papale. Ha letto alcune pagine del romanziere francese, in specie quelle  relative all’incontro del principe con un aviatore da cui traspare l’amore per la natura, per il pianeta e la sua bellezza. Significativo è l’esempio del Baobab: il piccolo principe prega l’aviazione di ripulire il suo pianeta dai germogli dei baobab, troppo grandi per stare su un pianeta così piccolo. Finirebbero per farlo scoppiare. L’uomo non conosce l’importanza di ciò che gli viene offerto, la ricchezza della Natura, l’amore, la speranza, l’amicizia: il senso della vita. Teso all’affermazione di se stesso come individuo, l’uomo  non si rapporta più con il mondo esterno creando povertà di relazione fra gli uomini. “Dove sono gli uomini?” chiese il piccolo principe. “Sì è un po’ soli nel deserto”. “Lo si è anche tra gli uomini” rispose il serpente.
Papa Francesco scrive che si è creato il deserto interiore; l’uomo oggi è solo, preoccupato di accumulare i beni materiali tralasciando quelli spirituali. In una società in cui convivono diverse religioni e ideali diversi, tutti si devono sentire accolti nella “Casa Comune” in modo da contribuire alla  propria identificazione,  alla riscoperta della collettività. È importante scoprire nuove radici per arricchirsi interiormente. La tecnologia avanzata ha corredato l’uomo di una tale potenza da farlo sentire padrone del mondo, non più solidale con la creazione, con la nostra Madre Terra, a discapito degli altri. Ci sono troppi baobab che “amano le cose e si servono delle persone”. La crisi di civiltà sta causando sofferenze sempre maggiori non solo all’uomo ma a tutte le specie viventi. “Ciò che sta accadendo dice  papa Francesco, ci pone di fronte all’urgenza di procedere in una coraggiosa rivoluzione culturale, se vogliamo sopravvivere.” Quindi tutti i credenti devono assumersi le responsabilità individuali e collettive e adottare nuovi stili di vita.
Al termine della relazione ha preso la parola  don Angelo Mazzone il quale ha ribadito la necessità di cambiare stili di vita per riscoprire l’essere umano, la sua identità, la sua ricchezza interiore.”È indispensabile combattere la comune indifferenza di fronte alle miserie umane; riallacciare i rapporti con il mondo esterno per non essere ‘soli’; essere meno legati ai beni materiali e superare gli egoismi che la società contemporanea ha sviluppato. Per secoli  l’uomo ha saccheggiato, per il suo tornaconto, i beni della Terra depauperandola di tutte le sue risorse. Don Angelo, per esprimere più chiaramente questo concetto e renderlo maggiormente fruibile ai presenti,  ha ricordato le preziose lezioni  di umiltà e condivisione che don Tonino Bello impartiva ai giovani seminaristi. Citava la storia dei pani per dimostrare l’avidità e l’egoismo di alcuni commensali che si appropriavano di una quantità di pane, messo a tavola, maggiore delle loro necessità. Si creava in questo modo una iniqua distribuzione a discapito degli altri. Don Angelo ha evidenziato la necessità di lavorare sempre più intensamente per riscoprire nuove radici per una vita più serena, ricca di valori. “Gli uomini hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri, senza privilegi. Non devono esserci più i baobab che distruggono tutto. Solo così si potrà vivere con sobrietà e umiltà nella Casa Comune condividendo tutto ciò che è a disposizione degli uomini. Ma dobbiamo operare intensamente, senza mai fermarsi”. Dopo l’intervento di alcuni ospiti la prof.ssa Lucia Sgherza, ringrazia i  relatori per la loro disponibilità e per le loro  brillanti relazioni.
di Prof.ssa Lucia Sgherza

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