Don Angelo Mazzone alla comunità parrocchiale della Madonna della Pace: “Per questo Natale straordinario vi porgo i miei auguri con un dono simbolico: il fuoco”
Gherardo delle Notti, Adorazione del bambino, 1630 circa, Galleria degli Uffizi, Firenze.
Carissimi,
mentre scorre questo tempo di buio e di freddo, di incertezza e di sfiducia si squarcia il cielo anche per noi che come i pastori ci assopiamo ai bivacchi dei nostri fuochi. Una voce ci invita a metterci in cammino per trovare quel “bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia” (Lc 2,12) e adorarlo. In questa esperienza di transumanza interiore, di fatica e di paura nel camminare nella notte, lasciando l’addiaccio delle nostre sicurezze, proviamo a ritrovare l’essenziale della nostra fede.
Per questo Natale straordinario vi porgo i miei auguri con un simbolo: il fuoco.
Se è vero che nell’amicizia il cuore arde, il falò ne è l’icona più rappresentativa: non ci si mette intorno al fuoco con una persona estranea, con chi non si colloca in un rapporto che richiede complicità nel sentirsi gioiosamente vicini. Lì intorno al fuoco il piacere di essere insieme si rivela più forte di ogni distanza. Il Bambino che nasce per noi ci spinga a lasciare i nostri fuochi di bivacco e ci spinga verso Colui che è venuto a portare il fuoco sulla terra (Cfr. Lc 12,49); ridoni ardore al fuoco delle nostre comunità ridotto a pochi carboni fumiganti; alimenti la fiamma della gioia dello stare insieme ridotta ormai a un lumicino; ci doni la nostalgia di quell’antico calore della fede dei piccoli perché il freddo della tecnologia comincia a farci battere i denti. Solo la Sua presenza, pur con tutti i “coprifuochi” imposti dalla storia, siamo certi che domani, sotto la cenere della pandemia ci sarà ancora fuoco che riscalderà il nostro cuore.
Buon Natale così.
Don Angelo, parroco