La comunità parrocchiale incontra don Rocco D’Ambrosio sul tema: “I cristiani e la politica”

Il 22 gennaio scorso, presso la nostra parrocchia, si è tenuto, davanti ad una numerosa ed attenta platea, un interessantissimo incontro culturale che ha visto al centro la presentazione di due volumi della collana “Pubblica Etica”. 

Elvira Zaccagnino, che con l’Editrice La Meridiana di Molfetta sta curando l’edizione dei testi, ha presentato le motivazioni della scelta editoriale. Successivamente Donato Lacedonia, responsabile dell’Ufficio Sociopolitico dell’A.C. Diocesana e Valentino Losito, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Puglia, si sono confrontati con don Rocco D’ambrosio, direttore della collana e autore dei volumi.

Il dibattito-intervista, ha affrontato gli attualissimi e sentiti temi della corruzione e del rapporto tra cattolici e politica. Il sacerdote, brillantemente sollecitato dagli autorevoli interlocutori, ha regalato preziosi spunti di riflessione per aiutarci a capire e vivere attivamente il nostro tempo.

Partendo dalla fine degli Anni 80, dalle inchieste nell’ambito dell’ormai tristemente famosa “Mani Pulite”, che portarono al crollo della Prima Repubblica, Don Rocco, arriva ai tempi nostri, con un’amara riflessione: << a oltre trent’anni di distanza, nulla o poco è cambiato >>.

Buona parte dei partiti politici e della classe dirigente del nostro paese, hanno elevato a sistema il fenomeno della corruzione e, nonostante l’incessante azione della magistratura e delle forze dell’ordine, il fenomeno rimane radicato e trasversale, cioè coinvolge ad ogni livello settori delle istituzioni, della politica, dell’economia, del lavoro, ecc.

Occorrerebbe una rivoluzione culturale, incalza don Rocco. Al sistema corruttivo, va contrapposto un sistema virtuoso, costituito da una fitta rete di alleanze.

Un paese non ha bisogno solo di buoni giudici, ma prima ancora di buone leggi e di una buona politica. L’attuale crisi economica e la crisi del concetto stesso di politica sono una innegabile conseguenza di un più generale deficit sociale, culturale, morale e di valori.

Il buon cristiano non demonizza la politica. La politica, come anche il Santo Padre ha più volte ribadito, tanto denigrata, è invece una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità perché cerca il bene comune. <<Autenticità della fede non è il culto ma la carità>>. Dobbiamo essere consapevoli, quindi, che <<la carità è il principio fondamentale non solo delle micro-relazioni: rapporti di amicizia, familiari, del piccolo gruppo, ma anche delle macro-relazioni: rapporti sociali, economici, politici>>.

L’impegno politico del cristiano, prosegue don Rocco, <<deve partire dal mettere al centro i problemi, aggregare alleati e poi cercare i candidati e non il contrario>>.

Alla domanda del dott. Losito sull’onestà, don Rocco risponde in apparenza in modo semplicistico che lascia un po’ disorientati i presenti. Dice: <<dobbiamo essere onesti perché siamo onesti>>. Poi la risposta si fa più complessa e profonda. Per essere onesti, dobbiamo avere un’”energia morale” dentro. L’energia morale va coltivata quotidianamente. Essa consiste in quei principi morali che si acquisiscono anche attraverso i contesti in cui si è vissuti o si vive: la famiglia, la scuola, l’ambiente di lavoro, la comunità parrocchiale e le altre situazioni a cui partecipiamo. L’energia morale per l’Istituzione è il nutrimento, la sua linfa vitale.

L’istituzione, proprio perché deve perseguire il bene comune, non dovrebbe perdere la coerenza con le finalità che si prefigge. Affinché si inneschi un processo virtuoso, è necessario che si instauri un patto tra l’Istituzione e i suoi membri, i quali, liberamente si devono impegnare a vivere secondo il progetto dell’Istituzione. Tuttavia non sempre è così. Quando infatti, viene meno da parte di una delle componenti in gioco, l’energia morale, il patto si rompe e si genera la corruzione.

Per mantenere sempre viva l’energia morale, assume importanza fondamentale l’educazione alle istituzioni, che in fondo non è altro che educazione alla vita stessa.

Al termine dell’incontro, la sensazione diffusa era il bisogno di altro tempo per approfondire. Gli ospiti si sono accomiatati tra gli applausi, lasciando aperti interrogativi e desiderio di rivedersi per farlo. Insomma, due ore spese proprio bene.

Il ringraziamento va a don Rocco, per i numerosi spunti di discussione offerti e l’interesse suscitato sull’argomento. Siamo certi che saranno oggetto di sicura considerazione ed attenta valutazione.

di Angelo Squeo

 

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