Oggi, 25 luglio 2021, è la prima Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani. La ricorrenza, voluta da Papa Francesco, si riproporrà ogni anno nella quarta domenica del mese di luglio (leggi il Messaggio del Papa pubblicato lo scorso 31 maggio).
L’obiettivo è quello di far riflettere sul valore di queste figure che rappresentano le nostre radici e tramandano le tradizioni.
Nell'omelia preparata per la messa, letta dall'arcivescovo Rino Fisichella, Papa Francesco, paragonandolo a quello di Gesù, ha posto l'accento sullo «sguardo che i nonni e gli anziani hanno avuto sulla nostra vita», sul «modo con cui essi, fin dalla nostra infanzia, si sono presi cura di noi».
«Dopo una vita spesso fatta di sacrifici, non sono stati indifferenti con noi o indaffarati senza di noi - ha sotolineato il Papa -. Hanno avuto occhi attenti, colmi di tenerezza. Siamo passati tutti dalle ginocchia dei nonni, che ci hanno tenuti in braccio. Ed è anche grazie a questo amore che siamo diventati adulti».
«Soffro quando vedo una società che corre, indaffarata e indifferente, presa da troppe cose e incapace di fermarsi per rivolgere uno sguardo, un saluto, una carezza. I nonni, che hanno nutrito la nostra vita, oggi hanno fame di noi: della nostra attenzione, della nostra tenerezza. Di sentirci accanto. Alziamo lo sguardo verso di loro, come fa Gesù con noi».
Nell’omelia il Pontefice ha evidenziato anche la necessità di una «nuova alleanza tra giovani e anziani», di condividere «il tesoro comune della vita, di sognare insieme, di superare i conflitti tra generazioni per preparare il futuro di tutti». «Senza questa alleanza di vita, di sogni e di futuro, rischiamo di morire di fame», ha poi concluso Papa Francesco.