«Una vita breve, ma intrisa di semplicità. San Salvatore nasce in una famiglia povera che gli trasmette importanti valori cristiani e, attraverso la frequentazione della chiesa, capisce che la sua vita è servire Gesù, diventando fratello laico, consacrato interamente a Dio, dedito alla preghiera e a far bene le piccole cose, attento ai poveri, agli ammalati, ai sofferenti. E a questo frate il Signore permette di operare delle guarigioni strepitose, come si canta nel responsorio, in continuità con la figura di Cristo». Con queste parole, don Pasquale, parroco della Parrocchia San Bernardino, ha introdotto la figura di San Salvatore da Horta durante l’omelia della messa solenne dello scorso 10 aprile, quando la comunità parrocchiale ha festeggiato questo Santo.
Come già accaduto negli anni passati, la festa parrocchiale è stata anticipata prima dai Nove Mercoledì, iniziati a gennaio, e poi dalla Novena (1-9 aprile), ed è stata caratterizzata non solo dal corteo e dallo spettacolo finale degli sbandieratori, ma anche da una celebrazione eucaristica molto partecipata, in cui è stato benedetto e condiviso il pane votivo e benedetti i bambini battezzati durante l’anno appena trascorso.
Di seguito, riportiamo il video della messa e del corteo/spettacolo degli sbandieratori, oltre a una slide di foto.
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Senza dubbio, la festa in onore di San Salvatore ha permesso anche la conoscenza di questo Santo, quasi sconosciuto alla maggior parte dei fedeli, nonostante sia un importante taumaturgo, molto vicino alla figura di Sant’Antonio da Padova.
Biografia breve di San Salvatore da Horta (tratta da Avvenire)
Nacque nel dicembre 1520 a Santa Coloma de Farnés, in Catalogna (Spagna). Rimasto orfano molto presto, dopo un periodo di prova nell’abbazia benedettina di Montserrat, scelse definitivamente la via della povertà entrando nel convento francescano di Barcellona, dove fece la professione religiosa nel 1542. Trasferito a Tortosa cominciò a essere conosciuto per i suoi poteri di taumaturgo. Malgrado l’umiltà con cui lo viveva, questo dono gli causò incomprensione da parte dei confratelli. Per anni peregrinò da un convento all’altro e ovunque si ripeteva lo stesso copione: prodigi e nuove inimicizie. Fu persino denunciato all’Inquisizione che non trovò nulla contro di lui. Conobbe un po’ di pace nel convento di Santa Maria di Gesù a Cagliari dove giunse nel 1565. Morì il 18 marzo 1567. Pio XII l’ha canonizzato il 17 aprile 1938.