Se il bullismo è definito come l’aggressione o la molestia, da parte di singoli o più persone, nei confronti di una o più vittime allo scopo di generare timore, ansia e isolamento, il cyber bullismo è quel fenomeno che si manifesta attraverso uno o più atti di bullismo per telefono, internet, social network, messaggistica istantanea o altre piattaforme telematiche. La forma più frequente è il flaming, che consiste nell’invio on-line di messaggi violenti e volgari finalizzati a provocare battaglie verbali in un forum. Il problema alla base è questo: l’età media nella quale oggi si regala il primo smartphone in Italia è calata drasticamente e, quindi, mancano la consapevolezza e la comprensione dell’importanza che hanno le parole.
Dare tecnologie sempre più potenti in mano a ragazzi sempre più giovani porta ad un’amplificazione delle possibilità che immediatamente apre mondi non facilmente controllabili, che cambiano il modo di discutere, di dialogare ed esprimersi, oltre che di rapportarsi con coetanei e adulti.
Internet e, in particolare, i social network sono diventati un ambiente dove mettere in piazza i propri sentimenti e i propri stati d’animo. Questo accade specialmente tra i più giovani, che non sempre, però, sono consapevoli delle loro azioni e spesso non sono in grado di dar voce alle proprie emozioni in uno spazio reale, limitandosi ai confini (seppur sconfinati) del mondo digitale.
Per questa problematica, i più giovani non hanno molta esperienza di vita,quindi hanno anche una minore capacità di valutare e lo dimostra la facilità con cui frequentemente vengono adescati in rete. Spesso non ci si accorge di quanto un messaggio, un post, un tweet, possano avere conseguenze che a loro volta hanno effetti sul fisico: attacchi di panico, stati di ansia, mancanza di autostima, insicurezza.
Gli studi di psicologia sociale, in proposito, hanno decretato che la “distanza sociale” possa essere il movente per il compimento di atti violenti e orribili. “Distanza sociale” che negli scambi comunicativi eseguiti on-line è ampliata oltre misura. Se, da una parte, il bullo si crede invisibile e, quindi, non accusabile perché non facilmente scopribile, dall’altra parte, la vittima appare al bullo non come una persona vera e propria, bensì come un’entità semi-anonima e non dotata di emozioni o sentimenti, in altri termini la distanza non permetterebbe al bullo di comprendere che la vittima sta soffrendo.
Ad oggi, la Camera ha approvato il progetto di legge sul cyberbullismo, che passa ora al Senato. Tra le principali novità, le condanne fino a sei anni per lo stalking via web, e la possibilità per chiunque, anche minorenne, di chiedere ai gestori dei siti la rimozione o l’oscuramento di contenuti aggressivi. Anche le scuole dovranno fare prevenzione. In ogni istituto infatti tra i professori sarà individuato un referente per le iniziative contro il bullismo e il cyberbullismo. Al preside spetterà informare subito le famiglie dei minori coinvolti in atti di bullismo e, se necessario, convocare tutti gli interessati per adottare misure di assistenza alla vittima e sanzioni e percorsi rieducativi per l’autore. Ai singoli istituti è demandata l’educazione alla legalità e all’uso consapevole di internet.
Papa Francesco, più volte, ha manifestato la sua vicinanza alle vittime di bullismo e cyberbullismo. Le sue parole sono sempre state di incoraggiamento, ribadendo che ragazze e ragazzi, come pure i genitori, non possono essere lasciati soli.
di Federica de Ceglie