Ero appena maggiorenne quando è iniziata la mia avventura nel mondo del volontariato. Fino ad allora il mio tempo era diviso tra scuola, famiglia, amici e parrocchia. Un’adolescente in piena regola, con la voglia di sfidare il mondo, di fare sempre nuove esperienze. Tanti, anzi tantissimi sogni nel cassetto un po’ confusi, un’idea di futuro che iniziava pian piano a delinearsi. Ogni tanto mi chiedevo quale donna sarei voluta essere e che professione avrei voluto svolgere, fino a quando non ho sentito la necessità di fare un salto. Sentivo crescere dentro di me la voglia di vivere esperienze forti e significative, che potessero far luce tra tutte queste idee. Forse un’incontenibile curiosità di conoscere il mondo, forse un po’ di sana incoscienza, o forse una chiamata a cui non ho saputo dare subito il giusto nome mi hanno portata a vivere un’esperienza di servizio in Albania, una terra dai tratti forti e decisi, bella, bellissima.
Tanti incontri, tanto tempo trascorso a conoscere, chiacchierare e giocare con i bambini dei villaggi. E poi il rientro a casa, sempre malinconico. Ogni volta contavo i mesi che mi separavano dal mio nuovo viaggio e cercavo di convincere i miei amici a condividerlo con me. Sono tornata in Albania per diversi anni, in estate e anche in inverno. Fino a quando ho capito che questi viaggi mi stavano cambiando. Non bastavano più le esperienze temporanee, nella mia vita doveva esserci lo spazio per potermi donare sempre agli altri.
E così ho scelto. Ho scelto di iniziare la mia esperienza da volontaria all’interno della Casa d’Accoglienza “don Tonino Bello” a servizio degli ultimi, e da quel momento non ho mai più smesso. Pian piano la mia vita si è andata costruendo, ha preso una forma più o meno chiara. Oggi quando penso a quando ho mosso i miei primi passi, mi viene voglia di fare i conti, ma i volti incontrati sono stati così tanti che non riuscirei a fare una stima precisa. Custodisco nel mio cuore tantissime storie di sofferenza, di delusione, di solitudine, di povertà ma anche tante storie che mi hanno insegnato cosa vuol dire rinascere, trovare la forza di rialzarsi dalle cadute.
Ho iniziato la mia esperienza convita di avere qualcosa da dare e mi son ritrovata ad esser io quella che riceveva. Ho ricevuto sorrisi, strette di mano, abbracci, confidenze, lacrime dal valore impagabile. Hanno riempito la mia vita dandone un senso chiaro. In questi anni, ho avuto la fortuna di condividere il mio cammino con tanti giovani. Spesso mi viene chiesto perché un giovane dovrebbe iniziare la sua esperienza di volontario e la mia risposta è sempre la stessa: perché è l’esperienza in grado di cambiarti la vita. Di insegnarti cosa un cristiano deve essere, cosa deve fare. Ti insegna ad essere un uomo di fede credibile, testimone non solo a parole ma con i fatti. Ti insegna a sentirti parte attiva di comunità grande, ad avere una mente critica, uno sguardo aperto sul mondo. Ti insegna che la cosa che più conta nella vita è la condivisione, è lo stare accanto. Scegliere di essere un volontario oggi vuol dire questo, vuol dire scegliere di non arrendersi davanti al pessimismo, alle incertezze, vuol dire fondare la propria vita sulla fede. Nella certezza che anche nei momenti più difficili è Dio a guidare i nostri passi. Scegliere di essere un giovane volontario oggi è sicuramente una scelta faticosa, ma la fatica lascia ben presto lo spazio alla gioia. Essere volontario oggi vuol dire questo: essere testimoni gioiosi del Vangelo, portatori di speranza.
Mariachiara Pisani (volontaria Centro di Accoglienza don Tonino Bello)