La carità coniugale «è l’amore che unisce gli sposi, santificato, arricchito e illuminato dalla grazia del sacramento del matrimonio. È “un’unione affettiva”, spirituale e oblativa, che però accoglie in sé la tenerezza dell’amicizia e la passione erotica, benché sia in grado di sussistere anche quando i sentimenti e la passione diminuissero» (AL 120).
Amoris laetitia, l’Esortazione apostolica sull’amore nella famiglia di Papa Francesco, è il documento che conclude il lavoro biennale del Sinodo, “un prezioso poliedro” (AL 4) sulla famiglia, posto sotto lo sguardo di Dio. L’Esortazione esprime la sollecitudine pastorale di illuminare con la luce del Vangelo, la vita delle famiglie così come sono; il desiderio della Chiesa, con umile comprensione, «di accompagnare ciascuna e tutte le famiglie perché scoprano la via migliore per superare le difficoltà che incontrano sul loro cammino» (AL 200).
LA CONIUGALITÀ
«L’annuncio cristiano che riguarda la famiglia è davvero una buona notizia» (AL 1) e c’è uno scrigno di bellezza, umanità e gratuità, anche se imperfetto, in ogni relazione familiare: “È la gioia dell’amore”! E il Papa racconta la coniugalità e la famiglia con parole chiare e concrete, calate nel quotidiano, capaci di coinvolgere il lettore nella narrazione, istantanee familiari in cui potersi ritrovare e riflettere.
Il capitolo IV “L’amore nel matrimonio” è il gioiello dell’esortazione, il diamante, la pietra preziosa di Amoris laetitia, incastonata nella corona del capitolo V “L’amore che diventa fecondo”, così come commenta Mons. Brambilla. Approcciamo così “le parole dell’amore” del cap. IV, lasciandoci catturare dall’invito del Papa a far crescere, consolidare e approfondire il nostro amore coniugale e familiare, in un cammino spesso instabile e difficile, ma, se allietato e perfezionato dalla grazia del sacramento del matrimonio, ecco che può esprimere la carità coniugale, la pienezza dell’amore, in cui Dio si “rispecchia” (AL 121).
Diamo, quindi, la parola all’amore! All’amore umano prima che cristiano, quell’amore che necessita di un lavoro artigianale in cui l’uomo e la donna si scoprono e si sorprendono a vicenda giorno per giorno, ad ogni età della loro vita insieme, dopo pochi mesi, dopo pochi anni, dopo tanti anni. È il “plasmarsi” l’un l’altro in ogni tappa, ad ogni ripartenza, riscegliendosi quotidianamente, con un rinnovato “sì” a quello che sei e a quello che sono e alla nostra relazione.
IL NOSTRO ESSERE "NOI"
Il nostro essere “noi” è prezioso e speciale, non è sempre facile, ma deve sempre saper custodire, vivere, significare e rinnovare il nostro progetto di vita. Deve dinamicamente congiungere e coniugare le nostre esistenze come una cosa sola, nella stessa direzione: senza diritti da esigere o doveri da elargire, ma con il costante impegno di valorizzarsi per ciò che si è, per ciò che si fa, rispettando e comprendendo ansie, sacrifici e stanchezze, entusiasmandosi reciprocamente per conquiste, gratificazioni e successi, perché essere noi non toglie pregio e libertà alle singole personalità.
La prima parola per spiegare e testimoniare l’amore è “esserci”. L’amore coniugale, ci dice Papa Francesco, è la più grande amicizia, con un’esclusività indissolubile, fedele e con le note proprie della passione (Cf. AL 123-124). È lo stare “con l’altro”: reciprocità, tenerezza, stabilità, somiglianza, ma soprattutto è esserci “per l’altro”: qual è il tuo bene? cosa posso fare per te? cosa ti rende felice? Cosa dà benessere al nostro amore? Esserci è presenza, pur se in una temporanea lontananza fisica. La distanza si colma, l’assenza no.
E l’assenza, purtroppo, è così tangibile in una presenza sintonizzata altrove. È imprescindibile, invece, un legame fatto di coinvolgimenti, direi, sensoriali: vedere il suo sguardo ed il suo umore; ascoltare la sua voce, il tono con cui parla, ma anche i suoi silenzi; sentire il suo profumo, ma anche l’intensità dei suoi pensieri; accarezzare la rugosità delle sue guance; assaporare il desiderio di un bacio erotico, quanto quello di un bacio casto, quando la passione muta, eppure l’attrazione amorosa è sempre viva. È possibile un amore totalizzante, fatto di complicità, esclusività, dialogo, rispetto, perdono, fedeltà, intimità sessuale, fecondità.
Ma Papa Francesco ci pone dinanzi anche questo spaccato di vita coniugale: «“Mio marito non mi guarda, sembra che per lui io sia invisibile”. “Per favore, guardami quando ti parlo”. “Mia moglie non mi guarda più, ora ha occhi solo per i figli”. (…) L’amore apre gli occhi e permette di vedere» (AL 128). Non dimentichiamo mai che Dio abita la nostra storia d’amore, perché è Lui che imprime negli sposi il carattere indelebile del suo amore (Cf. AL 121), amiamo e siamo amati con la forza di Dio!
Cassiana Albanese consulente familiare