Cosa vuol dire sentire l’altro e condividere la narratività della propria vita?

parrocchia san bernardino molfetta - stili di vita dolore sofferenza condivisione tempoLa riflessione della Rubrica “Stili di Vita alla luce del Vangelo” – tratta sempre delle Catechesi “Rise UP” della GMG 2023 – ci permette di rafforzare la conoscenza della tematica dell’ascolto e di approfondire il valore della condivisione.

Viviamo in una società sempre meno disponibile all’ascolto, che vive di fretta, che non si interessa all’altro. Ormai è un dato di fatto che la nostra non è certo la società dell’ascolto.

Nell’epoca delle macchine e dei mass media, l’ascolto è decisamente diminuito. Al rumore è subentrato il frastuono. Più si grida, meno si comunica e meno si capisce. Per rispondere alla società dell’ipercomunicazione occorre recuperare la capacità di ascoltare.

 

Sentire l’altro

Si tratta di un tema molto delicato, soprattutto se riletto alla luce del dolore e della sofferenza. Rileggiamo un passaggio del libro “L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio” di Haruki Murakami.

«A unire il cuore delle persone non è soltanto la sintonia dei sentimenti. I cuori delle persone vengono uniti ancora più intimamente dalle ferite. Sofferenza con sofferenza. Fragilità con fragilità. Non c’è pace esente da grida di dolore, non c’è perdono senza sangue sparso sul terreno, non c’è accettazione che non nasca da una perdita. Perché alla radice della vera armonia ci sono dolore, sangue e perdite».

Dunque, che valore attribuiamo al dolore? E alla fragilità? Nel listino corrente dei valori comuni stanno abbastanza in fondo alla lista. E certamente dolore e ferite non sono da auspicare, come una certa spiritualità doloristica suggerisce.

Il dolore arriva, prima o poi, come un ladro di notte. Dipende quanto ci coglie impreparati a dargli un senso, una prospettiva di vita, malgrado tutto. Saper affrontare il dolore significa saper affrontare l’esistenza, saper stare dalla parte degli altri, specie degli ultimi e soli. Saper affrontare il dolore significa conoscerne il segreto; condiviso può ridursi, mutare, essere liberante.

Che esperienza hai del dolore? Dolore tuo o anche degli altri? Cosa significa condividere il dolore? Quanto costa? Quanto vale? Quanto tempo chiede?

 

parrocchia san bernardino molfetta - stili di vita dolore sofferenza condivisione tempoCondivisione

«Nella vita di tutti i giorni nessuno ti chiede di raccontare la storia che ti morde il cuore e te lo mastica, e se qualcuno te lo chiede, nella vita di tutti i giorni nessuno riesce a raccontare quella storia, perché non trovi mai le parole adatte, le sfumature giuste, il coraggio di essere nudo, fragile, autentico. Quella storia deve piombare da fuori, come quando accade che i libri ci scelgano e gli autori diventino amici a cui vorremmo telefonare alla fine della lettura per chiedere come fanno loro a conoscerci o dove hanno sentito la nostra storia. Quella storia e uno specchio che ti sorprende a esclamare: questa e la mia, questo sono io, ma non avevo le parole per dirlo. E forse scopri di non essere solo, definitivamente solo».

Questo estratto del libro “Cose che nessuno sa” di Alessandro D’Avenia ci permette di riflette sul valore della condivisione e della narrattività della propria vita, soprattutto a partire dallo spazio virtuale, ma reale dei social.

C’è bisogno di ricerca, di attesa e di parole ricevute in dono per potersi raccontare. Credere che le uniche cose degne di essere condivise siano quelle instagrammabili, significa rinunciare alla parte più oscura, più segreta e più preziosa di sé.

L’essenziale resta invisibile agli occhi e difficilmente trova spazio in un post. Ma c’é un luogo in cui il segreto di ognuno può trovare casa, ben custodito, ed e il cuore dell’amico. Del compagno, di colui o colei con cui si è spezzato-il-pane.

Quanto spazio dai alla condivisione? Quando hai offerto ascolto per scoprirti nell’altro da te specchiato e amato malgrado tutto, grazie a tutto?

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