È stato un approfondimento sul Giubileo il tema trattato nel primo incontro del Gruppo Adulti parrocchiale di AC, aperto anche a coloro che hanno manifestato la volontà di avvicinarsi all’Associazione.
«Il Giubileo ha profonde radici nella tradizione ebraica e le sue origini si trovano nel capitolo 25 del Levitico – ha spiegato don Raffaele – Qui, Dio comanda agli Israeliti di osservare un anno di Giubileo ogni cinquanta anni. Il Giubileo è un momento di liberazione e restaurazione, un tempo sacro in cui si ristabilisce la giustizia sociale e si ripristinano le relazioni con Dio».
Aspetti chiave del Giubileo nel Levitico
Anzitutto, il Giubileo del Levitico prevede che tutte le terre vendute durante i cinquanta anni precedenti tornino ai proprietari originali o ai loro discendenti. Questo garantiva che nessuna famiglia perdesse definitivamente la propria eredità, mantenendo un equilibrio sociale e impedendo concentrazioni eccessive di potere e ricchezza. Questo principio, ha aggiunto don Raffaele, riflette quanto affermato da Dio in Levitico 25:23: la terra appartiene a Dio gli Israeliti sono solo “stranieri e ospiti” su di essa.
Inoltre, durante l’anno giubilare, tutti coloro che erano stati costretti a vendersi come schiavi a causa di difficoltà economiche dovevano essere liberati: questa pratica rappresentava una restaurazione della libertà e della dignità umana per chi aveva perso i propri diritti a causa della povertà.
Il Giubileo era anche un tempo di riequilibrio sociale. «Attraverso la redistribuzione delle terre e la liberazione degli schiavi, si cercava di prevenire che le disuguaglianze economiche si accumulassero nel tempo – ha spiegato don Raffaele -. In questo modo, si evitava che i più poveri venissero ulteriormente marginalizzati e che i ricchi accumulassero potere eccessivo».
Questo evento, tuttavia, aveva anche un significato spirituale: «Era un richiamo per Israele a ricordare la loro alleanza con Dio e a vivere secondo la giustizia, la misericordia e la santità. Era un tempo per restaurare le relazioni con Dio, riconoscendo la sua sovranità su tutto e ricordando la redenzione dalla schiavitù in Egitto».
Giubileo cristiano, tempo di Grazia
È un tempo di grazia, perdono e rinnovamento spirituale il Giubileo che viviamo noi cristiani, perché invita i fedeli a riscoprire la loro relazione con Dio, con il prossimo e con il creato.
«Il Giubileo cristiano è, innanzitutto, un invito alla conversione, un’opportunità per i credenti di riconoscere i propri peccati e cercare la riconciliazione con Dio. In particolare, durante i Giubilei straordinari o ordinari, la Chiesa invita i fedeli ad accostarsi al Sacramento della Confessione e vivere una vita di preghiera più intensa con atti di carità – ha sottolineato don Raffaele -. Inoltre, un aspetto distintivo del Giubileo cristiano è la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria, che rappresenta il perdono delle pene temporali derivanti dai peccati già confessati. Questo dono spirituale richiede un cammino interiore di pentimento, unito ad atti concreti di preghiera, penitenza e partecipazione ai sacramenti. È un’esperienza di totale rinnovamento e di guarigione spirituale».
Allo stesso tempo, la misericordia è un tema centrale nel Giubileo cristiano. «La misericordia di Dio viene proclamata come un dono accessibile a tutti e i cristiani sono chiamati a essere strumenti di misericordia nel mondo, attraverso atti di perdono, carità e compassione verso i più deboli».
Don Raffaele si è soffermando anche sul significato del pellegrinaggio che non è solo un atto mondano e materiale, ma «rappresenta il cammino della vita spirituale, un movimento fisico che simboleggia il viaggio interiore verso Dio». Infatti, «attraversare la “Porta Santa” durante il Giubileo simboleggia il passaggio verso una vita nuova, piena di grazia e riconciliazione».
I segni del Giubileo del 2025
Altre aspetto approfondito durante l’incontro sono stati i segni di “speranza” del Giubileo 2025, in relazione alla Bolla di Indizione, pubblicata lo scorso maggio 2024 (leggi la Bolla). In particolare, la Bolla sottolinea la necessità di promuovere la pace nel mondo, specialmente in un contesto in cui molte popolazioni soffrono per la guerra e la violenza: il Papa, infatti, fa appello ai leader mondiali affinché pongano fine ai conflitti e lavorino per la pace. Viene anche evidenziata la necessità di recuperare la speranza, particolarmente per i giovani, spesso scoraggiati dalla mancanza di opportunità lavorative e sociali, e per gli anziani, che soffrono di solitudine.
L’Anno Giubilare è visto anche come un’opportunità per offrire segni tangibili di speranza ai più deboli, come i detenuti, gli ammalati, i migranti e i poveri, invitando i governi a prendere misure di clemenza e sostegno.
La comunità cristiana, dunque, è chiamata a essere promotrice di accoglienza e dignità, creando un’alleanza sociale per un futuro migliore, inclusivo e basato sulla solidarietà, per restituire a tutti la speranza in un mondo più giusto.
Il tema della speranza
In merito alla tema centrale di questo Giubileo, è possibile approfondirne il significato leggendo il post dedicato “Convegno diocesano, prima giornata: riscoprire nel concreto la virtù della speranza”.