Dopo una precedente trasformazione (1739) e successive modifiche con ottocentesche aggiunte in stucco, l’altare di ex patronato della famiglia Tattoli ospita la «Madonna del Carmine tra S. Antonio e un Santo Francescano», caratterizzata da un inflazionato impianto iconografico che, al di fuori della Terra di Bari sino ai confini lucani, non escluderà in seguito rimandi allo stesso Giovanni Donato Oppido.
Il dipinto databile, quindi, agli inizi del terzo decennio del secolo XVII, mostra un legame ancora saldo al formulario tardomanieristico del secolo precedente, specialmente nel gruppo della Vergine.
Il modulare uso dei colori e i passaggi di tono dal chiaro, nella parte superiore, ai bruni nelle due figure dei santi, vanno ad equilibrarsi nel più pregevole paesaggio la cui ideale progressiva schiarita all’orizzonte tonifica l’insieme della composizione, nonostante la rigidità delle figure ed il loro schematismo.
Il dipinto, inoltre, confortato in quegli anni dalla significativa presenza - all'interno della stessa chiesa - del romano Andrea Bordoni, appena dopo la morte dell’Hovic (1627), non scavalca comunque i presupposti culturali del Fiandrese, suggerendo anzi la presenza del fratello David, dal trattamento del fondale paesaggistico alla composta tipologia dei due Santi.
Tali elementi, infatti, dimostrano il loro prestito formale, specie per la procedura compositiva e per l'uso rasserenante del colore, dall’Immacolata di Sant’Anna a Bari: dipinto che esula dai caratteri salienti dell'artisticità di Gaspar, mentre andrebbe rivisto - come nel caso della tela di S. Bernardino - alla luce di un non pindarico riferimento attributivo a David Hovic.
Il dipinto e stato restaurato nel 1979 da Maria Catalano Fenicia per la Soprintendenza di Bari.
Rettangolare in origine, fu centinato per essere inserito nell'ottocentesca cornice che tuttora lo contiene. La tela fitta e leggera, a tessitura regolare, presenta tre cuciture verticali, mentre la preparazione di color rosso dallo spessore sottilissimo offre una forte aderenza al supporto. Scartavetrata sul retro, è stata foderata e intelaiata, mentre la superficie pittorica, coperta da uno spesso strato di sudiciume, è stata pulita, stuccata, verniciata e ritoccata con colori a vernice mastice.