«Il cammino sinodale non è un evento con un inizio e una fine, ma si innesta nella vita delle Diocesi e delle Parrocchie, con processi che sono determinati da quanto elaborato in questi anni. Anche per questo motivo, al momento, non vediamo frutti immediati. Abbiamo bisogno di tempo». Con queste parole il dott. Gabriele Camillo, della Diocesi di San Severo, incaricato dalla Conferenza Episcopale Pugliese come delegato regionale del cammino sinodale italiano, ha voluto dirimere le ombre che si stavano addensando sul Sinodo, soprattutto per quanti sono convinti che questo evento non abbia prodotto nulla ed, anzi, sia stata solo una classica “perdita di tempo”.
Il suo intervento ha, di fatto, introdotto l’Assemblea Pastorale Diocesana di ieri, giovedì 27 giugno, incentrata sulla fase sapienziale del Sinodo e sulla sintesi diocesana.
I primi germogli
«Possiamo cogliere i primi germogli in controluce, anche guardando al programma pastorale di questa Diocesi (ndr. Diocesi di Molfetta – Ruvo – Giovinazzo – Terlizzi) – ha aggiunto il dott. Camillo – che manifesta la sua volontà di rifuggire quella che Papa Francesco chiama la “teologia dello specchio”, ovvero il guardarsi sempre all’interno per trovare le crepe, sanarle e rendersi più belli. Dobbiamo, invece, guardare all’esterno perché il nostro orizzonte è quello missionario».
Ecco alcuni dei primi germogli indicati dal dott. Camillo:
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- la rete pastorale tra le Parrocchie;
- il dialogo continuo con il territorio, non limitato alla sola fase narrativa;
- l’istituzione della Scuola della Pace, con la prospettiva di aprire un vero e proprio osservatorio per la pace;
- la riflessione sui linguaggi e il potenziamento della catechesi e dell’iniziazione cristiana, con la possibilità di creare nuovi percorsi a più livelli.
«Percepiamo già oggi, a 3 anni dall’inizio del Sinodo, non solo stanchezza, ma anche un po’ di disordine – ha evidenziato il dott. Camillo -. Ma è in questo disordine che si inizia a percepire una armonia di intenti e di concetti tra Diocesi di diversa natura geografica, perché è lo Spirito che sta parlando con una stessa voce».
Le tre consegne
Inoltre, il dott. Camillo ha ricordate le consegne che Papa Francesco ha indicato nella mattina di giovedì 25 maggio 2023, nell’Aula Paolo VI, ai partecipanti all’Incontro nazionale dei referenti diocesani del Cammino sinodale:
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- continuare a camminare («La vita cristiana è un cammino. Continuate a camminare, lasciandovi guidare dallo Spirito. […] Una Chiesa sinodale è tale perché ha viva consapevolezza di camminare nella storia in compagnia del Risorto, preoccupata non di salvaguardare sé stessa e i propri interessi, ma di servire il Vangelo in stile di gratuità e di cura, coltivando la libertà e la creatività proprie di chi testimonia la lieta notizia dell’amore di Dio rimanendo radicato in ciò che è essenziale»);
- fare Chiesa insieme («Ogni battezzato è chiamato a partecipare attivamente alla vita e alla missione della Chiesa, a partire dallo specifico della propria vocazione, in relazione con le altre e con gli altri carismi, donati dallo Spirito per il bene di tutti. Abbiamo bisogno di comunità cristiane nelle quali si allarghi lo spazio, dove tutti possano sentirsi a casa, dove le strutture e i mezzi pastorali favoriscano non la creazione di piccoli gruppi, ma la gioia di sentirsi corresponsabili»);
- essere una Chiesa aperta («Riscoprirsi corresponsabili nella Chiesa non equivale a mettere in atto logiche mondane di distribuzione dei poteri, ma significa coltivare il desiderio di riconoscere l’altro nella ricchezza dei suoi carismi e della sua singolarità. […] La Chiesa deve lasciar trasparire il cuore di Dio: un cuore aperto a tutti e per tutti»).
La sintesi diocesana
Chiuso l’intervento del dott. Camillo, la dott.ssa Anna Salvemini, segretaria dell’Ufficio Diocesano della Pastorale, ha indicato i punti salienti della sintesi diocesana per la fase sapienziale.
Quali sono i punti focali delle 4 aree?
Sarà possibile leggere la sintesi sul prossimo numero di Luce&Vita, quello di domenica 30 giugno, e la stessa sarà poi pubblicata sul sito diocesano nell’apposita area.
Lo stile sinodale
Il Vescovo, Mons. Domenico Cornacchia, ha chiuso l’Assemblea indicando alcuni punti su cui riflettere, augurandosi che «lo stile sinodale, diventi lo stile pastorale della nostra Chiesa locale». Di seguito, un breve elenco:
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- vivere e comunicare in modo nuovo, credibile e autentico il Vangelo;
- camminare in comunione, muoversi “da” e andare “verso”, avendo chiaro l’obiettivo verso cui camminare («dobbiamo avere un obiettivo, un progetto per capire come muoverci, con al centro sempre Cristo»);
- essere profeti, ovvero guardare la realtà con gli occhi di Dio (vivere nel già e non ancora);
- vivere sinodalmente, unendo comunione, partecipazione e missione, sforzandoci di essere umile e proficua manifestazione dello Spirito Santo per l’utilità comune;
- puntare alla qualità, non più alla quantità;
- tralasciare il “tempo degli assiomi”, del “si è sempre fatto così”, suscitando domande, piuttosto che affannarci nel dare risposte;
- mettere al centro la Parrocchia;
- essere missionari di sinodalità, sia sacerdoti che laici, questi ultimi chiamati a vivere la dimensione profetica in virtù del battesimo.
A cura di Marcello la Forgia
Referente parrocchiale per il Sinodo