Avvicendamento, «passaggio benevolo e provvidenziale del Signore»: omelia del Vescovo

Parrocchia San Bernardino - Diocesi Molfetta - Ingresso canonico don Raffaele Tatulli«Leggo una riflessione scritta dal Servo di Dio don Tonino Bello, che mi pare possa essere adattata alla situazione che stiamo vivendo in questo preciso istante. “I cambiamenti ci danno fastidio e Lui, il Signore, sconfina sempre i nostri pensieri, mette in discussione i nostri programmi e manda in crisi le nostre certezze. Ogni volta che sentiamo i suoi passi evitiamo di incontrarlo, nascondendoci dietro la siepe, come Adamo, fra gli alberi dell’Eden. E lui si rivolgeva a Maria, così come faccio io, e penso tutti quanti voi. Facci comprendere Maria, che Dio, se ci guarda, i progetti non ci rovina la festa, se disturba i nostri sogni non ci toglie la pace, e una volta che l’avremmo ascoltato nel cuore, anche il nostro corpo brillerà di luce”». Con le parole del Servo di Dio, don Tonino Bello, è iniziata l’omelia del Vescovo in occasione della Santa Messa di ingresso canonico di don Raffaele Tatulli nella Parrocchia di San Bernardino  (guarda la videogallery e leggi il saluto della comunità parrocchiale).

Il Vescovo ha poi approfondito la sua riflessione proprio sull’avvicendamento del parroco. «Ecco carissimi, mi pare quanto mai attuale questa riflessione. I cambiamenti ci danno fastidio o richiedono da parte nostra una forza peculiare straordinaria per saperci adattare al nuovo, al diverso, all’imprevisto. Facciamo una ricognizione, vediamo cosa si può salvare e, da quel momento, si ricomincia – ha spiegato -. È così anche per noi, che viviamo l’avvicendamento di un pastore nella nostra comunità parrocchiale. È qui in mezzo a noi colui che è stato il primo parroco di questa comunità, ve lo ricordate [in riferimento a don Francesco Gadaleta, primo parroco di San Bernardino, presente alla celebrazione, ndr]? Ringraziamo il Signore per questo sant’uomo che nella sua tenera età cade e si rialza. Don Francesco è sempre presente».

Il Vescovo ha ricordato anche don Pasquale Rubini, parroco uscente, e don Nunzio Palmiotti che ha collaborato con lui in questi 10 anni. «Un grazie sincero a colui che lascia questa comunità, don Pasquale Rubini. Caro don Pasquale so che ti è costato molto, ti è costato tanto: è stato per voi, comunità parrocchiale, un motivo di sofferenza e sicuramente altrettanto motivo di sofferenza lo è per la comunità di Sant’Achille da cui don Raffaele si allontana. Si mescolano insieme gioie e dolori, sorrisi e qualche lacrimuccia, ma è giusto che sia così: io l’ho detto sempre, l’ho detto tante volte, guai se non fosse così. Onore ai nostri cari sacerdoti e li ringrazio di cuore, perché significa che loro ci insegnano, che noi dobbiamo essere più vicini al Signore che alle persone. Ancora voglio dire un grazie sincero a colui che ha collaborato in questi anni con don Pasquale in questa comunità: don Nunzio Palmiotti. Io mi auguro che possa continuare a servire questa comunità, con quello zelo, con quei sacrifici, con quella abnegazione con cui ha vissuto questi anni».

Parrocchia San Bernardino - Diocesi Molfetta - Ingresso canonico don Raffaele Tatulli«Vedete noi non creiamo una famiglia per noi, noi abbiamo rinunciato a tutto perché voi siete la nostra famiglia, voi siete le persone a noi più care, voi siete le persone più amabili che noi abbiamo. Aiutateci a servirvi meglio, correggeteci, fateci diventare più buoni, più bravi, più santi – ha continuato il Vescovo -. Gesù ripete più volte che è in mezzo a noi come colui che serve. In greco, questa parola “servo” può significare “servitore”, ma anche “piccolo”, come un bambino che sta qui in mezzo a noi tra le braccia della mamma. Questo bambino è contento e felice perché non gli mancherà mai nulla, la mamma e il papà provvederanno a lui. Noi sacerdoti dobbiamo essere nella comunità al servizio del popolo, dobbiamo essere disposti a dare la vita per gli altri, anche con semplicità e nella certezza che il Signore non ci fa mancare il necessario per la vita, per vivere dignitosamente. Noi dobbiamo sforzarci, dobbiamo impegnarci e mai arrenderci, mai fermarci fino a quando noi non avremmo fatto tutto il possibile per chi è in una particolare necessità. Le mamme, pur se stanche, a fine giornata, si addormentano solo se sanno che i figli sono sereni, altrimenti non dormono. E, credetemi, la medesima sensazione la avvertiamo anche noi sacerdoti».

Parrocchia San Bernardino - Diocesi Molfetta - Ingresso canonico don Raffaele Tatulli«Ciascuno di voi [parrocchiani, ndr] si faccia avanti, ognuno si renda disponibile, ognuno dia quello che può, ma tutti dobbiamo concimare questa azione pastorale con l’offerta della preghiera, ogni giorno, per i nostri cari e amati sacerdoti»: con queste parole, il Vescovo si è poi rivolto alla comunità parrocchiale, augurando a Don Raffaele di «servire tutti sempre con squisita umiltà e disponibilità».
Mons. Domenico Cornacchia ha anche richiamato gli operatori pastorali alla responsabilità: «Se veniamo chiamati a una responsabilità, non facciamo le persone difficili, dobbiamo farci avanti, non dobbiamo dire “ma come proprio a me, sono tanti più bravi di me nel fare catechismo, nel predicare ecc.”. Ciascuno, come diceva Sant’Agostino, deve dire: “se io mi ritengo incapace, il Signore mi darà la forza di essere capace, di essere pronto e preparato”. Non chiediamo al Signore di sedere al primo e al secondo posto, ma piuttosto di essere in pace con la mia famiglia, essere costruttore di armonia, capace di perdonare e di fare un po’ di bene a chi ha bisogno. Questa è la risposta che il Signore si aspetta da noi».

 

Infine, il Vescovo ha introdotto il Sinodo, inaugurato in Diocesi domenica 17 ottobre. «Carissimi, voi sapete che nel mondo intero stasera e domani si darà inizio al Sinodo. Sinodo è una parola composta da due parole: “sýn” e “hodós”, ovvero “insieme” e “via”, quindi “si cammina insieme”. Se devo percorrere una strada mai fatta, mi fido di chi la conosce meglio di me. Se non ce la faccio da solo con le mie forze, mi appoggio a chi è più forte di me. Ecco cosa vuol dire camminare insieme e nella comunità parrocchiale si deve respirare quest’aria sinodale, si deve sentire questa forza della comunione, della compartecipazione alla sinodalità: non è facile, ma è possibile».

Created with Visual Composer