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«Siamo parte di una grande famiglia nata oltre 150 anni fà e di cui hanno fatto parte tanti uomini e donne giusti che hanno collaborato a scrivere la storia della nostra società italiana. Abbiamo rinnovato il nostro “Sì”, libero e incondizionato e abbiamo preso l’impegno davanti al Signore di regalare al mondo la speranza». Con queste parola il presidente parrocchiale di Azione Cattolica, Mirko Sabato (foto), ha esordito nel suo messaggio augurale in occasione della Festa dell’Adesione (15 dicembre 2019). A lui abbiamo posto alcune domande.
Come intendere la scelta di aderire all’AC? «L’AC è una scelta per essere protagonisti di questo nostro tempo. L’AC è una scelta per essere collaboratori dell’azione salvifica della Chiesa, quindi essere luce rischiarante in un momento in cui la nebbia di questo mondo non permette di guardare al Cielo – ha spiegato il presidente in occasione della Festa dell’Adesione -. L’AC è una scelta per imparare a non essere chiusi in se stessi, ma aprirsi all’altro e a tutti gli amici che fanno parte di questa associazione per diventare Grandi insieme. L’icona biblica di questo anno è “Lo avete fatto a me” (Mt 25,31-46): vuol dire che “Gesù apprezza ogni gesto di amore assolutamente gratuito e puramente disinteressato. Lo riconosce fatto a se stesso, Lui che è amore assoluto e incondizionato. […] Quell’amore che ci fa vedere e scorgere nell’altro la persona stessa di Gesù, anche quando, per tanti motivi, non riusciamo proprio a vederlo”, come spiegato da Don Andrea Albertin, Assistente Ecclesiastico Nazionale F.U.C.I., nel libro “Lo avete fatto a me – testo per la meditazione personale”».
Come l’AC si appresta a mettersi al servizio della Parrocchia e della comunità in questo triennio? «È davvero importante ricordare, appunto, che l’AC svolge un ruolo di servizio all’interno della Chiesa, soprattutto nella formazione dei propri aderenti, per diventare cristiani e cittadini attivi nella società. Nella nostra comunità è presente dalla sua erezione a Parrocchia, da ormai 60 anni e lo scopo resta invariato: rendere straordinario l’ordinario. Diventare capaci di cogliere la novità in ogni celebrazione, incontro, evento che siamo chiamati quotidianamente a vivere».
Quali saranno le strategie per essere più attrattiva? «Il senso di appartenenza all’associazione è legato a quello alla Chiesa. Solo con il coinvolgimento nel rapporto personale con Dio e con il fratello potremo far crescere legami di amicizia autentica che possano rendere più bella l’esperienza associativa. È l’augurio che come consiglio ci facciamo: sono le persone il centro del nostro mandato, l’auspicio è quello di coltivare sempre più i rapporti intergenerazionali tra le diverse fasce d’età per non creare dei “compartimenti stagni” nella stessa associazione e farla diventare una vera famiglia in cui ognuno può contare sulla presenza dell’altro. Colgo l’occasione per ringraziare ancora una volta l’assistente per la fiducia e, in particolare, per la loro disponibilità, tutti i responsabili associativi, il segretario e l’amministratore, che con me sono chiamati a farsi prossimi di tutti gli aderenti che rappresentano. Il nostro servizio possa rafforzare la fede, generare la speranza e animare sempre di più la carità, per essere veri testimoni dell’amore gratuito di Cristo».
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