Con l’Assemblea Pastorale Diocesana di ieri, 30 giugno, svoltasi nell’Auditorium Regina Pacis, si è dato inizio in Diocesi alla seconda fase del Cammino Sinodale delle Chiese Italiane: la fase sapienziale.
Quello della prima fase narattiva (leggi la Sintesi diocesana a conclusione della fase narrativa) è stato un biennio ricco di incontri, di tavoli sinodali, di ascolto reciproco sulle sfide che la comunità ecclesiale deve raccogliere per coltivare quello spirito missionario proprio dei discepoli di Gesù: cosa si intende, dunque, per fase sapienziale?
DISCERNIMENTO PER LA PROGETTUALITÀ
La fase sapienziale è rappresentata da un anno (2023-24) in cui le comunità, insieme ai loro pastori, s’impegneranno in una lettura spirituale delle narrazioni emerse nel biennio precedente, cercando di discernere “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” attraverso il senso di fede del Popolo di Dio. In questo esercizio saranno coinvolte le Commissioni Episcopali e gli Uffici pastorali della CEI, le Istituzioni teologiche e culturali. Sarà, insomma, «il momento del discernimento per l’azione e la progettualità», come hanno evidenziato don Vito Bufi, Direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale, e la dott.ssa Anna Salvemini, Referente diocesano del Cammino sinodale delle Chiese in Italia.
QUALI SONO LE MODALITÀ DI QUESTA SECONDA FASE?
Come indicato nell’incontro di Roma con i referenti diocesani, la struttura di riflessione e discernimento della fase sapienzale sarà caratterizzata da “Cinque costellazioni”, naturale evoluzione dei “Cantieri di Betania” (2022-2023), ovvero
1. missione secondo lo stile di prossimità;
2. linguaggi, cultura, proposta cristiana;
3. formazione alla fede e alla vita;
4. corresponsabilità;
5. strutture.
Se l’immagine dei cantieri comporta l’idea di sporcarsi le mani, quella delle costellazioni ci offre l’immagine di un’apertura di ampi orizzonti, ma anche la ricerca di un orientamento per il cammino della Chiesa.
Don Vito Bufi ha introdotto l’Assemblea presentando quanto realizzato nei primi due anni del Sinodo (la fase narrattiva), soffermandosi su due parole – “camminare” e “insieme” – che hanno segnato fortemente anche la lettera pastorale del Vescovo, Mons. Domenico Cornacchia, “Se il Signore non costruisce la casa. Camminare insieme nella Chiesa“. Peraltro, ha anche riportato alcuni estratti del Discorso di Papa Francesco ai partecipanti all’incontro nazionale dei Referenti diocesani del Cammino Sinodale (25 maggio 2023).
«Continuate a camminare. Si deve fare. Mentre cogliete i primi frutti nel rispetto delle domande e delle questioni emerse, siete invitati a non fermarvi. La vita cristiana è un cammino. Continuate a camminare, lasciandovi guidare dallo Spirito».
«Fare Chiesa insieme. […] è sempre in agguato la tentazione di separare alcuni “attori qualificati” che portano avanti l’azione pastorale, mentre il resto del popolo fedele rimane «solamente recettivo delle loro azioni». Ci sono i “capi” di una parrocchia, portano avanti le cose e la gente riceve soltanto quello. La Chiesa è il santo Popolo fedele di Dio e in esso, «in virtù del Battesimo ricevuto, ogni membro […] è diventato discepolo missionario». Questa consapevolezza deve far crescere sempre più uno stile di corresponsabilità ecclesiale: ogni battezzato è chiamato a partecipare attivamente alla vita e alla missione della Chiesa, a partire dallo specifico della propria vocazione, in relazione con le altre e con gli altri carismi, donati dallo Spirito per il bene di tutti. Abbiamo bisogno di comunità cristiane nelle quali si allarghi lo spazio, dove tutti possano sentirsi a casa, dove le strutture e i mezzi pastorali favoriscano non la creazione di piccoli gruppi, ma la gioia di sentirsi corresponsabili».
«Essere una Chiesa aperta. Riscoprirsi corresponsabili nella Chiesa non equivale a mettere in atto logiche mondane di distribuzione dei poteri, ma significa coltivare il desiderio di riconoscere l’altro nella ricchezza dei suoi carismi e della sua singolarità. Così, possono trovare posto quanti ancora faticano a vedere riconosciuta la loro presenza nella Chiesa, quanti non hanno voce, coloro le cui voci sono coperte se non zittite o ignorate, coloro che si sentono inadeguati, magari perché hanno percorsi di vita difficili o complessi».
Durante l’Assemblea, 4 rappresentanti delle Città diocesane (Molfetta – Ruvo – Giovinazzo – Terlizzi) hanno presentato una breve relazione del cammino sinodale della fase narrativa. Infine, l’Assemblea si è conclusa con i 5 gruppi di studio per ciascuna delle costellazioni, le cui riflessioni e proposte saranno discusse nel prossimo Consiglio Pastorale Diocesano del 5 luglio.
Questo anno ci vedrà fortementi impegnati nel porre le basi per l’elaborazione di progetti e azioni che possano rendere la Chiesa un organismo che ascolta, accoglie, celebra e che condivide, ma anche snella, evangelica e libera.
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a cura di Marcello la Forgia
Referente parrocchiale per il Cammino Sinodale e Vicepresidente del Consiglio Pastorale Parrocchiale