Negli ultimi mesi, con l’intensificarsi della campagna vaccinale, alcuni media internazionali hanno accusato la Chiesa cattolica di boicottare le campagne di vaccinazione contro il virus Covid-19, responsabilizzandola delle morti che ne derivano. Supposizioni denigratorie che sono rimbalzate sui social, a volte condivise anche da coloro che si sono sempre professati cattolici.
Accuse denigratorie
L’accusa maggiore della Chiesa, secondo questi media, è basata sull’origine abortiva dei vaccini: essa spingerebbe a non vaccinarsi, avendo dunque la responsabilità della morte di migliaia di persone nel caso in cui le campagne di vaccinazione fallissero o frenassero a causa degli interrogativi morali che pongono.
Si tratta di preoccupazioni fondate? La Chiesa sta mettendo in pericolo le campagne di vaccinazione, e quindi contribuisce al prolungamento della pandemia con il suo ingente costo in termini di vite umane?
Innanzitutto, Papa Francesco è diventato l’autorità morale internazionale più impegnata nella promozione delle campagne di vaccinazione.
Ad esempio, nei due interventi pubblici più importanti, i messaggi Urbi et Orbi di Natale e di Pasqua, il Pontefice ha chiesto vaccini per tutti, in particolare per i poveri. Papa Francesco e il suo predecessore, il Papa emerito Benedetto XVI, hanno dato personalmente l’esempio vaccinandosi.
Inoltre, il Vaticano ha creato un fondo per finanziare vaccini per le persone dei Paesi poveri e le Conferenze Episcopali di vari Paesi hanno sempre invitato i cattolici a vaccinarsi come un “atto di carità” per salvaguardare la vita delle persone che ci circondano e superare quanto prima i pericoli della pandemia.
Nei Paesi in cui le è stato chiesto, la Chiesa cattolica ha messo a disposizioni i propri spazi come centri di vaccinazione. Com’è possibile accusare quindi la Chiesa di boicottare la campagna di vaccinazione?
La Nota della Congregazione per la Fede
Partiamo da un presupposto: la Chiesa, fedele al Vangelo di Gesù, sente il dovere morale di mettersi sempre dalla parte del rispetto della dignità fondamentale della persona umana. Per questo motivo, con dati forniti dalla scienza e confermati dalle case farmaceutiche, la Chiesa, in particolare la Congregazione per la Dottrina della Fede, ha avvertito della gravità morale di servirsi di «cellule procedenti da feti abortiti per creare linee cellulari».
Anzi, per fare argine alle molte e confuse chiacchiere circolanti, ma soprattutto per assicurare un riferimento solido al giudizio delle nostre coscienze, la Santa Sede ha pubblicato a fine 2020 due documenti: «Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-Covid 19», del 21 dicembre, e «Vaccino per tutti, 20 punti per un mondo più giusto e sano», diffuso il 29 dicembre e firmato da Commissione Vaticana Covid 19 e Pontificia Accademia per la Vita. Si tratta di due interventi importanti che integrano e attualizzano precedenti note ufficiali, mettendo nero su bianco alcune coordinate.
Visto che è in pericolo la vita di milioni di persone, la stessa Congregazione spiega che «quando non sono disponibili vaccini contro il Covid-19 eticamente ineccepibili», «è moralmente accettabile utilizzare i vaccini anti-Covid-19 che hanno usato linee cellulari provenienti da feti abortiti nel loro processo di ricerca e produzione».
«È perciò da ritenere che in tale caso si possano usare tutte le vaccinazioni riconosciute come clinicamente sicure ed efficaci con coscienza certa che il ricorso a tali vaccini non significhi una cooperazione formale all’aborto dal quale derivano le cellule con cui i vaccini sono stati prodotti», chiarisce il Vaticano.
Se le circostanze lo richiedono, come nel caso attuale di una pandemia, la Congregazione vaticana raccomanda «la vaccinazione, specialmente a tutela dei più deboli ed esposti».
Bisogna anche chiarire che i vaccini contro il Covid-19 non si fabbricano con cellule provenienti direttamente da bambini abortiti, ma con cellule create dagli scienziati quasi 50 anni fa che si riproducono costantemente in laboratorio.
Vaccinarsi, atto di carità fraterna
La Chiesa non boicotta le campagne di vaccinazione quando avverte dei problemi etici all’origine di alcuni vaccini. Nei suoi insegnamenti, la Chiesa difende il diritto di vaccinarsi, considerandolo un «atto di carità». E chi ha letto il Vangelo, sa che la carità è per Gesù il segno distintivo del cristiano.
La Chiesa, nel suo ruolo di guida morale, offrendo avvertimenti, esortazioni e testimonianze considera i cristiani adulti. La vaccinazione rappresenta un atto di coscienza, che ogni persona deve esercitare in piena libertà. Una libertà che deve contare sulla migliore informazione possibile.
a cura di Marcello la Forgia, direttore del giornale parrocchiale