«Servono operai che, con il genio della fede, sappiano farsi interpreti delle odierne istanze culturali, impegnandosi a vivere questa epoca della comunicazione [...] come tempo prezioso per la ricerca della verità e per lo sviluppo della comunione» (Direttorio delle Comunicazioni Sociali, Le parole del Papa, pag. 8). È stato questo il punto focale quando, nell’ottobre 2014, decidemmo di fondare l’Equipe delle Comunicazioni Sociali nella nostra Parrocchia. E il mese di maggio, mese in cui celebriamo la 58° Giornata delle Comunicazioni Sociali, è il momento propizio per ricordare natura, finalità e compiti di questa equipe che, il prossimo ottobre, compirà 10 anni.
Di sicuro non un evento secondario, se si considera che essa è la più longeva in Diocesi, la prima nata e ancora in attività, con una programmazione non occasionale o emozionale, con un suo Regolamento, su cui è stata innestata la redazione del cosiddetto “Vademecum dell’Equipe delle Comunicazioni Sociali”, edito nel 2017 dalla Diocesi. E, infine, capace di sviluppare una pastorale della comunicazione e di allargare i confini della Parrocchia.
Le origini
L’idea di creare un gruppo di questo genere nasce dalla partecipazione a uno dei primi Laboratori per Animatori della Comunicazione promossi dall’Ufficio diocesano delle Comunicazioni Sociali (a ridosso del 2014). Nasce dall’esperienza pregressa nel campo del giornalismo d’inchiesta. Nasce dai primi studi di marketing e comunicazione. Nasce dall’inspiegabile desiderio di far arrivare il Vangelo ovunque fosse stato possibile. Nasce dal percepire questo servizio come risposta a una “vocazione alla comunicazione” che non conoscere pause o allentamenti, che vive di continue idee evangelizzatrici, che si spende nel silenzio di piccole gioie, sacrifici e, a volte, anche mortificazioni.
La stesura del Regolamento di questa Equipe Parrocchiale, fortemente voluto per conferirle dignità esistenziale ed evitare che si sfaldasse dopo qualche anno, non è stata facile. Di sicuro ispirata ai documenti della Chiesa, è stata creata dal nulla, non trovando alcun riferimento in tutta Italia.
Come è composta?
«È impossibile immaginare un animatore isolato e dotato di tutte le competenze necessarie. Una sua qualità indispensabile è saper lavorare in équipe e in rete. L’intera azione pastorale [...] sarà significativa se saprà costruire una trama di relazioni ecclesiali e sociali vasta, articolata e qualificata». È all’art. 130 del Direttorio che l’Equipe deve la sua composizione.
Il suo organo operativo è la Consulta delle Comunicazioni, formata dal Responsabile, dal Vice-Responsabile, dall’Economo, dal Segretario e da altri collaboratori (Consultori). Accanto si pone il Gruppo dei Mandatari, ovvero i responsabili di gruppi e associazioni parrocchiali con il compito non solo di «informare di eventi o attività svolte dal proprio gruppo di appartenenza», ma anche di «proporre o apportare il proprio fattivo e operativo contributo all’Equipe» (Regolamento art. 3).
Quali sono i suoi compiti
«L’Equipe sarà al servizio della Parola di Dio, della comunità parrocchiale e, perciò, dell’evangelizzazione, come soggetto attivo sul territorio nella realizzazione del progetto culturale orientato in senso cristiano» (Regolamento, art. 1). Ed è su questo principio che si articolano le attività dell’Equipe, come riportate nel box a lato. [BOX A LATO]
10 anni sulle orme dei “missionari digitali”
Senza dubbio, i primi anni sono stati costellati da fallimenti ed errori, ma anche da numerose idee su cui, ancora oggi, si imposta tutta l’attività di comunicazione della Parrocchia San Bernardino, molto apprezzata e seguita anche oltre i confini diocesani.
Le prime linee di pastorale della comunicazione furono impostate sul lavoro di pochi e con pochi strumenti che, nel corso di questi 10 anni, si sono evoluti e hanno assunto sfaccettatura sempre più complesse: la gestione del sito parrocchiale e dei profili social; la pubblicazione della meditazione sul Vangelo del giorno; alcuni contenuti condivisi dal Vaticano o dalla Diocesi; il giornale parrocchiale; le dirette live degli eventi più importanti in Parrocchia; le catechesi online nei tempi forti di Avvento e Quaresima.
Siamo stati anche parte attiva dell’Ufficio diocesano delle Comunicazioni, collaborando, ad esempio, per l’elaborazione della programmazione annuale, per la formazione degli animatori, per le dirette live (traslando, in alcuni casi, anche gli strumenti dalla nostra Parrocchia), per la creazione e l’organizzazione dei siti web delle Parrocchie diocesane, per l’organizzazione delle pubblicazioni sui profili social diocesani.
Ci sarebbero numerosi aneddoti da raccontare e ricordi da sviscerare, che solo un libro potrebbe racchiudere come un prezioso tesoro. E solo quelle pagine potrebbero raccogliere i semi lasciati cadere ovunque e, forse, anche un po’ di consolazione distribuita a chi ne aveva bisogno.
Innescare e recuperare
La speranza è quella che si inneschi, il prima possibile, una nuova svolta nella pastorale di comunicazione nelle nostre comunità parrocchiali. Recuperare la figura dell’animatore della cultura e della comunicazione è quanto mai urgente in un panorama virtuale che richiede una presenza non sporadica o occasionale, dettata dal bisogno o dal desiderio di emergere, ma decisa e decisiva nel progetto di evangelizzazione.
Non basta essere tecnici, saper scrivere bene ed elaborare grafiche o video accattivanti solo per recuperare qualche like o qualche commento, oppure pubblicare post in una sterile comunicazione top-down. È necessario essere “vocati”, sapere di essere un tassello importante nella pastorale della comunicazione di più ampio respiro, passare dal “servizio” alla “vocazione”: lasciare che la figura dell’animatore della comunicazione si evolva in quella del missionario digitale, proprio come suggerito dal Sinodo, per lasciarsi guidare dalle parole di Gesù «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura» (Mc 16,15).
a cura di Marcello la Forgia,
Responsabile Equipe parrocchiale delle Comunicazioni Sociali