Per il loro valore simbolico e, seguendo una tradizione che affonda le sue radici in eventi biblici, la Chiesa, nuovo popolo di Dio, utilizza le unzioni con olio d’oliva come segno privilegiato del Suo agire , in maniera diretta nel conferimento dei sacramenti del Battesimo e della Confermazione, nelle Ordinazioni presbiterali ed episcopali e nell’Unzione degli infermi (In maniera indiretta nell’Eucaristia se di tiene conto che la mensa eucaristica, come anche le pareti dell’edificio Chiesa, sono state oggetto di consacrazione nel rito di dedicazione). Va ricordato, inoltre, la formula di assoluzione nel Sacramento della Riconciliazione era accompagnata dall’imposizione delle mani e dall’unzione.
La Chiesa delle origini, seguendo l’esempio degli apostoli («ungevano di olio gli infermi e li guarivano», MC 6,13 e GC 5,5 ) fa uso delle unzioni con olio soltanto sui malati, attribuendo un significato simbolico alla normale prassi terapeutica, testimoniata, ad esempio, dalla parabola del Buon Samaritano (LC 10,34 ).
Per quanto riguarda, invece, i sacramenti del Battesimo e della Confermazione si fa riferimento ad un’unzione spirituale. Come é avvenuto per Gesù, anche per il cristiano, secondo l’affermazione di San Paolo, l’unzione viene direttamente da Dio (2 COR 1,21). L’opportunità di esprimere in maniera sensibile gli effetti di questi Sacramenti portò ben presto ad utilizzare come materia sacramentale l’olio dei catecumeni e il sacro crisma.
La prima testimonianza risale agli inizi del III secolo ed è contenuta in un ordinamento canonico- liturgico, la Traditio apostolica, attribuita ad Ippolito di Roma. L’olio dei catecumeni non è materia di alcun sacramento, ma viene utilizzato per ungere il petto del catecumeno prima del lavacro battesimale, a significare la trasmissione della forza divina che, purificando il suo cuore, lo renderà capace di operare scelte coraggiose e vincere nella lotta contro il male ed il peccato. L’unzione era immediatamente preceduta da una preghiera di esorcismo (infine, il crisma, olio mescolato a balsamo, perché manifesti sensibilmente il «buon profumo di Cristo» di cui ogni cristiano deve essere portatore, COR 11,15 ).
Quest’olio profumato, che è il segno fondamentale nel sacramento della Confermazione, viene ancor prima utilizzato, in maniera non sacramentale, durante il rito del Battesimo per ungere la fronte del battezzato ad indicare che egli è già inserito in Cristo sacerdote,re e profeta e, quindi, partecipe della sua missione.
L’unzione con il Sacro Crisma, praticata dal Vescovo tracciando un segno di croce sulla fronte del cresimando, è il “sigillo” indelebile dello Spirito Santo che lo investe della stessa missione di Gesù. Il Crisma, benedetto e consacrato nella Messa Crismale, è utilizzato dalla Chiesa anche per l’unzione della testa e delle mani nelle ordinazioni presbiterali ed episcopali, nonché per la consacrazione delle chiese, degli altari, dei calici e della campane.
Nino la Martire