La liturgia del sacramento della Confermazione, descritta nei precedenti numeri, intende esplicitare l’azione dello Spirito Santo attraverso gesti che, per risultare significativi, hanno bisogno di essere compresi nella loro valenza storica e simbolica: l’imposizione delle mani e l’unzione col crisma. L’atto di imporre le mani è testimoniato in molti eventi veterotestamentali col chiaro simbolismo di trasmettere qualcosa a qualcuno.
Per comando di Dio, Mosè stende le mani sul capo di Giosuè rendendolo partecipe della sua autorità e suo successore nella guida del popolo (Numeri 27, 28-30). Allo stesso modo sono consacrati e, perciò, investiti del ministero sacerdotale i Leviti (Numeri 8,10 -14 ). Nei sacrifici, l’imposizione delle mani da parte del sacerdote sulla vittima assume un significato di identificazione dell’offerente con la vittima stessa consacrata a Dio e perciò capace di trasmettergli i sentimenti di lode, di ringraziamento o di dolore per i propri peccati. Nei sacrifici di espiazione, attraverso i quali si intendeva trasferire i peccati del popolo sull’animale (capro espiatorio), quest’ultimo, proprio perché reso impuro, dopo il sacrificio veniva bruciato fuori del sacro recinto ( Esodo 29,10).
Nel nuovo Testamento imporre le mani è segno di benedizione, di liberazione e dell’azione dello Spirito Santo. Gesù stesso non solo, talvolta, utilizza questo gesto per benedire i bambini e guarire gli ammalati ma, tra i vari segni che accompagneranno coloro che avranno creduto, pone anche “imporranno le mani agli infermi ed essi guariranno” (Marco 16, 17-18 ). Mediante l’imposizione delle mani da parte di Anania, Paolo recupera la vista e riceve in pienezza lo Spirito Santo (Atti 9,17). Gli Apostoli, dopo aver digiunato, impongono le mani su Barnaba e Saulo per confermarli nel ministero missionario che lo Spirito Santo ha riservato per loro ( Atti, 13,3 ).
Fedele a questa tradizione, la Chiesa ha conservato questo segno utilizzandolo in maniera più o meno evidente, in tutte le liturgie sacramentali. Nello stesso tempo, ad evitare il pericolo di considerarli capaci di effetti magici, è necessario precisare che nella liturgia i segni, di per sé, non producono alcun effetto; servono, tuttavia, a rendere simbolicamente evidente l’azione dello Spirito Santo che si rende presente ogni volta che viene invocato con fede.
Nino la Martire