In questo anno pastorale, la Rubrica “Stili di Vita alla luce del Vangelo” avrà un altro indirizzo e sarà impostata sulle tracce di riflessione delle catechesi RISE UP della Giornata Mondiale della Gioventù 2023. Anche in questo caso, si tratta di contenuti inediti, non pubblicati online, che sono stati resi disponibili dai ragazzi che hanno partecipato proprio alla GMG.
Senza dubbio, saranno utili per la riflessione personale e anche di gruppo.
Nel contempo, non è secondario ringraziare don Francesco de Leo che ha curato questa rubrica negli ultimi due anni, con contributi e consigli per la vita quotidiana a partire da un’attenta analisi delle virtù cristiane e laiche.
I primi due argomenti che affronteremo, così come presentato alla GMG 2023, sono quelli del doppio binomio contemplazione/cura e dell’essere motivati.
Contemplazione e cura
«Contemplare e un modo di prendersi cura. E demolire tutto ciò che in noi assomiglia a un’avidità, o anche a un’attesa o a un progetto. Guardare e commuoversi per l’assenza di differenza tra ciò che vediamo e ciò che siamo. […] Il mondo e pieno di visioni che attendono degli occhi. Le presenze ci sono, ma ciò che manca sono i nostri occhi. […] La contemplazione e ciò che minaccia maggiormente in modo bizzarro il superpotere della tecnica e per una ragione molto semplice: la tecnica apparentemente ci facilita la vita. […] Chi ha detto che la vita deve essere facile e comoda? È comodo amare? È comodo soffrire? Lo è sperare?»
Questo estratto tratto dal libro “Abitare poeticamente il mondo” di Christian Bobin, del 2019, ci consente di riflettere sul valore della contemplazione del creato e sulla cura dell’altro, di se stessi, della relazione con Dio e con il prossimo.
Una vita contemplativa e una vita in armonia con se stessi, gli altri e l’intero Creato.
▶ Quanto la tecnica, la facilita e velocita di ottenere ogni cosa, ci allontana da noi stessi, dagli altri e dal mondo che ci circonda?
▶ Quali percorsi è possibile oggi percorrere per vivere in comunione con ogni essere del pianeta?
▶ Quali scelte possiamo compiere personalmente e stringendo alleanze tra noi?
▶ È possibile assumersi la responsabilità del futuro senza restare schiacciati dall’angoscia del fallimento?
▶ Quanto dipende dalla sapienza di muovere piccoli passi nella giusta direzione?
Essere motivati
Quanto è decisivo, nell’azione pastorale, ma anche nella vita, avere le giuste motivazioni?
«L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’e uno, e quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo e rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non e inferno, e farlo durare, e dargli spazio». Questo è un piccolo estratto de “Le città invisibili” di Italo Calvino (1972).
Rileggiamo questo estratto proprio con la traccia di riflessione della GMG.
Sappiamo che non è semplice distinguere tra ciò che è buono e ciò che non lo è. Eppure, oggi, più che mai, sembra un modo di porsi diffuso: pollice in sù o pollice in giù. Facile, basta un clic. La tradizione cristiana ci suggerisce, invece, una strada più accidentata, imprevedibile: il discernimento, ovvero sostare, porre domande, esplorare, mettere alla prova, pregare, chiedere consiglio.
Si tratta di un agire impegnativo, che non si accontenta della superficie delle cose. Ma anche un agire capace di saggezza, cura, lungimiranza. Quanto siamo disposti a lasciarci istruire dalla lentezza? Essere controcorrente, non seguire la massa social oggi e una virtù o un limite?