La nostra comunità diocesana si è riunita nuovamente nell’Auditorium Regina Pacis, lo scorso martedì 21 settembre, per la seconda giornata del Convegno pastorale diocesano «Annunciare la gioia del Vangelo ai giovani», il cui fulcro centrale è stata la relazione di Mons. Giuseppe Mani, Arcivescovo emerito di Cagliari (nella foto). «Bisogna avere le idee chiare, miei cari giovani. La vocazione è una cosa seria, ne va di mezzo la felicità – ha più volte sottolineato Mons. Mani -. I ragazzi di oggi sono molto spesso confusi, non hanno le idee chiare o magari si pongono le domande sbagliate del proprio futuro». “Da dove vengo?”, si chiedono, ma Dio ci ha creati e già questo è un capolavoro: vivere per essere santi e immacolati al suo cospetto nell’amore poiché «amore è vivere e si vive per amare», proprio perché Dio ci ha creati per amare.
«La prima vocazione è proprio amare e amarsi secondo la propria sessualità»: con questa affermazione, Mons. Mani ha voluto invitare i giovani a non aver paura di “cedere” alla vocazione dell’amore poiché è il matrimonio il Sacramento attraverso cui si ha un amore fecondo e dal quale si crea nuova vita. «Dall’amore coniugale parte la vita – ha continuato -, ma amore significa anche vocazione sacerdotale. Tutti possono avvertire la necessità di sposarsi, ma altri possono decidere di amare per sempre Dio e seguire da vicino i suoi passi, senza vivere un amore frustrato o sublimato, ma integrato, ovvero integrati nell’amore di Dio, vero e proprio amore nuziale».
Allora ci chiediamo, perché al giorno d’oggi ci sono poche vocazioni? Semplicemente perché non si racconta tutta la bellezza in essa presente. Inoltre, Mons. Mani ci pone di fronte al fulcro principale della questione: «Come si intuisce la propria vocazione?». Semplicemente con il discernimento: se è realmente forte e viva la voglia di seguire Dio, allora si sentirà la vocazione. «Seguire la propria vocazione vuole dire scoprire il proprio servizio per poter spendere l’amore», ha poi concluso.
Infine, Mons. Mani ha offerto alcune regole per poter scoprire e coltivare la nostra vocazione: fare sempre ciò che ci piace, fare quello che richiede maggiore sacrificio, fare ciò che serve agli altri e sottoporre il nostro giudizio a una persona saggia.
Anna Maria Caputi (Responsabile Giovani AC) e Marianna Scattarelli (Responsabile ACR)