Ci stiamo avvicinando alla commemorazione del 25esimo anniversario del dies natalis del Servo di Dio Mons. Antonio Bello e, allo stesso tempo, il 2018 sarà caratterizzato anche dal Sinodo dei Giovani. Per questo motivo, in questo articolo, vogliamo ricordare le parole dette proprio da Don Tonino Bello ai ragazzi della Parrocchia San Bernardino, in una sua omelia durante la visita pastorale del 1991.
Egli, innanzitutto, esorta alla felicità nel vivere, nell’innamoramento delle bellezze del Creato e delle persone più bisognose. Invita ad amare chi non ha nulla da offrire, senza aspettarci nulla in cambio. Don Tonino utilizza alcune esperienze di vita, per concretizzare il suo messaggio.
Ad esempio, come accade nella stazione di Bolzano, dove incontra una vecchietta in condizioni disumane e la paragona ad un frammento di Santità, ovvero una reliquia. Cosa vuole sottolineare? Che i poveri sono la vera ricchezza dell’Amore e meritano tutto il nostro amore.
«Sapete qual è l’opposto del verbo amarsi? Aggiungete una ri-armarsi». In questa omelia, don Tonino riprende il tema della guerra, della fabbricazione delle armi, definendo la vita di ogni uomo una disposizione all’essere amato. Quando ci si arma inesorabilmente ci si odia. Don Tonino, peraltro, racconta di una sua esperienza in una fabbrica di armi, dove ha cercato di persuadere gli operai attraverso l’esempio di un Dio Creatore che crea ogni cosa nel bene, al contrario delle opere dell’uomo. Inoltre, definisce la Giustizia come la giusta ripartizione del pane e, se condiviso, produce la pace.
Infine, il nostro amato don Tonino concluderà la sua omelia con queste splendide parole: «Ma voi, amate la vita, amate i vostri giorni; aiutate gli altri a vivere. E quando succede qualche discussione tra voi, non risolvetela con la mano chiusa a pugno ma sempre con la mano nella mano dell’altro».
di Anna Maria Caputi e Federica de Ceglie