L’estate appena trascorsa ha ripreso a pieno ritmo tutte le proprie attività. I ragazzi e adolescenti della parrocchia, con le loro famiglie, sono stati protagonisti di gran parte della vita comunitaria.
L’oratorio estivo
Con l’oratorio estivo, che ha visto la collaborazione fattiva di educatori ACR e catechisti, attraverso attività laboratoriali e ludico-ricreative, si è cercato di trasmettere a tutti i bambini quanto essi siano il tesoro più prezioso della comunità e come ciascuno di loro sia unico e irripetibile.
L’esperienza che i ragazzi fanno attraverso queste attività li rende consapevoli di essere parte di un gruppo che porta una ricchezza sempre più grande. Nelle esperienze comunitarie, infatti, ci si educa alla vita, si ha la possibilità di imparare a diventare se stessi e adulti, scoprendo i propri talenti, garanzia di felicità e futuro.
I ragazzi hanno bisogno di sentirsi abbracciati a 360° e l’esperienza oratoriana si è conclusa con l’uscita fuori porta con le famiglie presso l’acquapark Carrisiland Resort (Cellino San Marco – BR): un’esperienza unica, in cui si è avuta l’occasione di conoscersi meglio e intrecciare con le famiglie un rapporto più stretto di fiducia. In questo modo, i ragazzi hanno avuto la possibilità di essere ascoltati e di trascorrere del tempo con altri amici e adulti.
Il campo estivo
Ulteriore esperienza è stata quella del campo estivo, che ha visto la partecipazione di ragazzi e adolescenti, dalla seconda elementare al terzo anno di scuola superiore. Si è trascorsa una settimana, dal 25 al 30 luglio, presso Valle Castellana (Fraz. Macchia da Sole, TE) nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso.
Il clima che si è creato in quei giorni è stato davvero familiare, grazie all’esperienza di don Raffaele, di Francesco de Leo, e alla collaborazione di tutta l’equipe educatori ACR con gli animatori dei giovanissimi, senza dimenticare gli adulti che hanno prestato il loro servizio in cucina affinché tutti i partecipanti al campo potessero vivere serenamente quei giorni.
Il tema individuato per la formazione di quella settimana è stato il “ritorno sul proprio pianeta”, ovvero tornare ai propri valori, e ciò è stato possibile attraverso la storia del Piccolo Principe, di Antoine de Saint-Exupéry. Il piccolo principe è un personaggio in ricerca, una ricerca che è coraggio di partire. Un percorso che procede per dubbi, per confronto con l’opinione dell’altro, dialogo. E, come i nostri ragazzi, anche il piccolo principe non smetteva mai di fare domande.
«È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante». In ognuno di noi è presente questa domanda fondamentale: da dove vengo? È la domanda che facevano anche a Gesù: “Ma tu di dove sei?”. Gesù risponde sempre a chi gli domanda e lo fa in tanti modi, e la risposta fa sempre riferimento al Regno di Dio. Nei giorni di permanenza al campo i ragazzi hanno potuto notare come Gesù utilizzi spesso il linguaggio delle parabole perché mostrano come la presenza di Dio si nasconda nel quotidiano. Davvero per Gesù l’essenziale è invisibile agli occhi. La realtà è una finestra che ci fa intravedere e incontrare tutto questo, se abbiamo il coraggio di farci piccoli, di ascoltarlo e di lasciarci incontrare.
Abbiamo potuto comprendere che è giunto il momento di prendersi cura della nostra “rosa”, che è la nostra vita, imparando da Gesù, perché possa crescere e liberare tutto il suo profumo e la sua bellezza.
Quale valore per queste esperienze?
Tutte queste esperienze non servono tanto ad intrattenere le persone, ma a far comprendere come, nel piccolo di ogni giorno, è possibile diventare santi e farlo anche insieme. Siamo convinti che “santo” sia il superlativo di protagonista e che la santità sia un orizzonte per tutti, per noi e per i ragazzi che ci sono affidati.
Mira proprio a questo il cammino che si propone continuamente: educare il ragazzo al dono di sé, educarlo alla responsabilità, all’incontro personale con Cristo, educare il ragazzo a vivere la Chiesa. La crescita del ragazzo ha bisogno di esperienze significative, uniche e profonde, capaci di imprimere il proprio carattere, per restare come pietre salde su cui si costruisce la propria vita di fede. Solo così i ragazzi avranno la possibilità di tornare nel quotidiano a vivere la propria fede manifestando i segni della presenza di Dio in loro e attorno a loro, a servire il vangelo con gli atteggiamenti imparati da Gesù.
Mirko Sabato
Presidente parrocchiale AC