Non è vero che tra giovani e adulti non c’è alcuna relazione. Probabilmente potrebbero pensarla in maniera diversa, ma solo gli stolti vogliono che tutte le persone si assomiglino. Chi è intelligente è contento che nel mondo ci siano giorno e notte, estate e inverno, giovane e adulto. Chi non ama riflettere spazientisce sulle diversità che costringono a pensare. E a noi piace riflettere.
Allora il Gruppo giovani e gli Adulti della nostra Parrocchia si sono messi in relazione e si sono incontrati per discutere e confrontarsi su alcuni punti essenziali della vita di ogni uomo in un incontro dello scorso mese (e non sarà l’unico incontro di condivisione convivialità di questo anno pastorale): il passato (la famiglia e la scuola), il presente (la fede come cammino possibile) e il futuro (il lavoro e le responsabilità). Attraverso un gioco, sono stati invertiti i ruoli di giovani e adulti, e ciascuno ha risposto attraverso ciò che suppone possa essere il pensiero dell’altro. È stato curioso osservare i comportamenti dei diretti interessati alle risposte date, da cui poi è nato un bel dibattito.
La vita è come un viaggio di senso: la relazione con l’altro si basa sulla libertà, la libertà di diventare consapevoli della propria mortalità, della natura umana, soprattutto della propria missione, dei propri carismi, sostenuti dalle virtù, cercando di ridurre al minimo i propri vizi e di superare i conflitti interni. A questa “domanda di senso” occorre rispondere che siamo in cammino, insieme all’altro, ma anche da soli, nel percorso di maturazione per scoprire e realizzare la meta verso cui siamo diretti.
La relazione tra giovani e adulti è, dunque, un parlarsi e un ascoltare, uno scambiarsi pensieri, valori, esempi, valutandone la coerenza con il senso che abbiamo dato alla nostra vita. L’uomo è costantemente in ricerca del senso della propria esistenza raggiungibile anche con l’aiuto di chi gli sta intorno e ognuno, sia giovane che adulto, non può esimersi dal fornire il proprio contributo per essere compagno di viaggio del fratello. Pertanto, è possibile instaurare rapporti autentici, senza nascondimento, tra persone di generazioni diverse con altrettante esperienze da condividere. È possibile essere punti di riferimento reciproci in questo cammino, che è la vita.
Nessuno può vivere pensando di poter fare tutto da solo. Il primo passo è essere consapevoli di ciò che si è e spesso lo si ignora e c’è bisogno di qualcuno che venga in aiuto. Sembra strano che un uomo non sappia come in realtà sia, che non conosca bene se stesso. Nel tempio di Delphi, in Gracia, sta scritto «Gnõthi seautón», che significa “Conosci te stesso”. Vuol dire che anche agli adulti risulta difficile conoscere se stessi, anche ai saggi.
Questo è il motivo per cui è necessario camminare insieme. Gli adulti hanno bisogno dei giovani, come nuovo carburante nel loro motore, e i giovani hanno bisogno degli adulti, come guida nei sentieri tracciati dal Signore. Sarà proprio questa allenza e questo dialogo che permetteranno di costruire una nuova società basata sui valori.
di Mirko Sabato