Quando mi hanno proposto di scrivere il mio pensiero sul tema “Giovani e Matrimonio” mi è subito balzata alla mente una semplice descrizione figurativa: sposi come diamanti incastrati nella pietra. Il che non deve far pensare a qualcosa di poetico e un po’ retorico, ma in verità al pensiero personale di come gli sposi si trovino oggi a doversi dare ragione di esistere in una società che, sul piano politico e culturale, li umilia quotidianamente rendendogli la vita difficile. Quasi a dir loro: “Ti sei voluto sposare? E magari in Chiesa? Bene, ora sono problemi tuoi!”.
Nella mia esperienza personale, sia familiare che lavorativa, mi rendo conto di quanto la famiglia e, soprattutto, la giovane famiglia fondata sul matrimonio non abbia la benché minima tutela o considerazione in questo nostro Stato di diritto che è l’Italia, sebbene gli sposi si siano assunti con il matrimonio una serie di indissolubili responsabilità morali ed economiche: fosse soltanto per questo, in un Paese che vanta la presenza del Santo Padre, andrebbero oltremodo favoriti nelle politiche economiche e fiscali.
È davvero mortificante sentire di giovani costretti, pur non volendo assolutamente, alla separazione legale perché è «l’unico modo che abbiamo perché lo Stato non tocchi la casa di abitazione dei nostri figli» o per avere un importo di assegno familiare più alto (in particolare, se i figli sono più di uno) e aiutare la baracca, o per avere qualche possibilità in più per ricevere i libri scolastici o per poter inserire i bambini all’asilo per non vivere la difficoltà della loro gestione durante le ore di lavoro.
Come è mortificante la solitudine in cui spesso rischiano di cadere le giovani famiglie perché non sentono il calore della vicinanza concreta ai loro problemi quando arriva la prova, come, ad esempio, la perdita di lavoro e la difficoltà di avere dei figli. Chi o cosa accompagna queste coppie? Spesso il silenzio dell’indifferenza.
Pertanto, in una situazione economica, politica, e sociale che poco si occupa della famiglia con il suo vuoto legislativo, con la sua indifferenza – e che in contro tendenza favorisce e sostiene altri “tipi” di rapporto di coppia – i ragazzi che si preparano al matrimonio attraverso il cammino dei corsi prematrimoniali (e tutte le coppie spostate in generale) rappresentano la testimonianza dell’amore nel senso più puro: infatti, con coraggio, nonostante tutto, costi quello che costi, preferiscono il cammino nuziale. Sono ammirevoli, coraggiosi, testimoni di autentico amore reciproco. Anzi, spesso essi stessi, nelle parole e nei gesti, dimostrano di concepire il cammino insieme solo at-traverso il matrimonio: e per questo sono ammirevoli e bellissimi.
Si impara tanto in termini di coraggio da loro, almeno in questi nostri tempi nei quali essi sono “diamanti splendenti incastonati nella dura pietra”.
Sara Panunzio (animatrice Percorso Prematrimoniale parrocchiale)