Lo scorso 25 settembre, in compagnia di tutti i catechisti della nostra Diocesi, i catechisti della nostra Parrocchia hanno partecipato al Giubileo dei Catechisti a Roma, un evento accolto dai partecipanti con trepidazione e attesa per l’incontro con Papa Francesco. Arrivati in Piazza San Pietro quasi all’alba, abbiamo partecipato alla Santa Messa celebrata dal nostro amato Papa. L’ascolto della parola del Papa, unita all’esortazione rivolta a tutti i catechisti durante l’omelia, ha suscitato in noi una profonda emozione.
Nel Vangelo di quella domenica (Lc 16,19-31) Gesù racconta ai farisei la storia dell’uomo ricco, vestito di porpora e immerso nel lusso, e del povero Lazzaro, ricoperto di piaghe, alla soglia della porta di casa sua, speranzoso di sfamarsi di ciò che cadeva dalla tavola del ricco. Alla loro morte, il ricco si ritrova negli Inferi fra i tormenti, mentre Lazzaro è condotto da Abramo.
Il Santo Padre ha invitato i presenti a riflettere sulla condizione del ricco dopo la morte: la sua destinazione fra i tormenti è stata determinata dalla sua condotta. Come affermato da Papa Francesco, costui non riesce a vedere «oltre la porta di casa sua», non è interessato a ciò che è visibile al di fuori della sua dimora e, inoltre, «non vede con gli occhi perché non vede con il cuore». «Nel suo cuore è entrata la mondanità, che anestetizza l’anima. La mondanità è un buco nero che ingoia il bene e spegne l’amore, perché fagocita tutto nel proprio io».
Il Santo Padre ha continuato la sua omelia ricordando che i poveri e i sofferenti sono i prediletti del Signore e invitandoci a cercare nuove vie per aiutare il prossimo. Inoltre, ha esortato ogni catechista a non irrigidirsi di fronte a qualche obbligo morale e religioso (dunque, a rifuggire l’imposizione o il convincimento forzato), piuttosto ad annunciare la Parola di Dio attraverso l’incontro con le persone, con una particolare attenzione alla loro storia e cammino.
Il Papa ha più volte evidenziato che il Signore non è un idea, ma una persona viva: «In questo Giubileo dei catechisti, ci è chiesto di non stancarci di mettere al primo posto l’annuncio principale della fede: il Signore è risorto. Non ci sono contenuti più importanti, nulla è più solido e attuale. Ogni contenuto della fede diventa bello se resta collegato a questo centro, se è attraversato dall’annuncio pasquale. Invece, se si isola, perde senso e forza».
Questa bellissima esperienza comunitaria, alla sequela di Cristo e del Papa, ha permesso a tutti noi di rafforzare la consapevolezza che Dio è Amore e che, con tenerezza di Padre, ci rialza dalle nostre miserie materiali, spirituali o morali. Questo grande amore è gratuito e con la stessa generosità cui ci viene donato dobbiamo offrirlo al prossimo. Dio non si è tirato indietro, ma ha donato tutto se stesso mediante il Suo unico Figlio Gesù. L’anno Giubilare è un anno di grazia per tutti e, attraverso questo regalo, possiamo gustare il dono di Dio, come dice Gesù alla samaritana: «Se tu conoscessi il Dono di Dio» (Gv 4, 10). Questo grande dono è la Misericordia.
di Anna Maria Caputi (catechista)