Di seguito, riportimo il messaggio di saluto che don Pasquale ha lasciato alla comunità parrocchiale di San Bernardino, pubblicato sul primo numero del giornale parrocchiale ComUnione.
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Carissimi fratelli e sorelle, rivolgo a tutti e a ciascuno un affettuoso saluto nel Signore.
Con grande gioia ed entusiasmo accogliamo il nuovo parroco della comunità di San Bernardino, don Raffaele Tatulli, nostro Vicario generale. A lui gli auguri più sinceri e cordiali di un fecondo ministero affinché continui a essere infaticabile pastore e guida sicura nella sequela di Cristo. Un abbraccio fraterno e un caloroso benvenuto a Francesco De Leo, seminarista di VI anno, che si appresta a vivere il suo servizio pastorale nella nostra parrocchia in collaborazione con don Raffaele.
Con profonda riconoscenza lascio, dopo undici anni, il mio ministero di parroco di San Bernardino per mettermi a servizio della Cattedrale di Molfetta, nella consapevolezza di quanto bene ho ricevuto da Dio e da voi. Grazie! Continuate ad amare il Vangelo di Gesù e la Chiesa, sine modo, senza misura. Servite i poveri e gli ultimi. Rendete la nostra parrocchia sempre più attraente con la bellezza della preghiera e la gioia della carità fraterna. Stimatevi vicendevolmente e alzate lo sguardo al cielo per comprendere i segni dei tempi presenti nelle storie delle nostre famiglie, degli uomini e delle donne nostro territorio.
Il Signore ci accompagna e ci sostiene ogni giorno con la sua grazia. Non abbiate paura e non lasciate spazio alla rassegnazione e allo scoraggiamento. Il Santo Padre Paolo VI in un’omelia pronunciata nella parrocchia Gran Madre di Dio in Roma l’8 marzo 1964 si chiedeva cosa fosse la parrocchia e affermava che «Diverse potrebbero essere le risposte e par di sentirle. La parrocchia è una chiesa; è una chiesa speciale con i registri, l’archivio, l’anagrafe, l’amministrazione concernente i fedeli; è un’entità giuridica», ma è soprattutto «la casa dei credenti, è la casa dell’anima, è la casa della speranza, della avidità di incontrarsi e unirsi con Nostro Signore Gesù Cristo. […] E allora, se si vuol sapere qual è il luogo che il Signore ha stabilito per l’incontro, l’appuntamento in cui Egli aspetta e chiama, è facile rispondere: la mia parrocchia. Ivi è il luogo fisso della grazia e della presenza divina. Ciò può essere ripetuto dal ragazzo, dal giovane, dalla famiglia, dal vecchio, dal sofferente. Ogni stato di vita e di professione può così trovare la verità, la pace nel dialogo con Cristo».
Il Papa, continuando la sua omelia, sosteneva che la parrocchia è uno spazio e un tempo per tutti «è per voi, per ciascuno di voi; nessuno è dimenticato, tutti invece, sono chiamati per nome, nessuno può rimanere assente. […] E da ultimo, se è vero che la parrocchia è per tutti, non manchi il convincimento che essa è anche fatta da tutti, non solo dal parroco, dai sacerdoti che lo aiutano. Ciascuno è membro, ciascuno è parte, ciascuno è pietra viva di questo tempio. Nessuno può essere passivo, egoista; nessuno può restare assente o isolato. Qui occorre vivere in comunità e in carità: bisogna cioè portare non una presenza, sovente stentata, talvolta irregolare, tal altra melanconica, diffidente, bensì una presenza convinta, operante».
Le parole di Paolo VI ci aiutino a sentirci sempre figli della nostra parrocchia, corresponsabili della sua vitalità e costruttori di relazioni capaci di essere sacramento della pace di Cristo.
Auguri di ogni bene! Dio vi benedica. Vi ho voluto bene, ve ne voglio tanto e ve ne vorrò sempre! Con affetto di figlio, padre, fratello e amico!
Pregate per me.