A rendere, anche visivamente, evidente lo stretto legame che unisce il Sacramento della Confermazione con il Battesimo, di cui è il naturale sviluppo, è bene che, in occasione della sua celebrazione, il Cero pasquale, sim-bolo della fede in Gesù risorto e luce del mondo, sia col-locato presso il fonte battesimale opportunamente adornato con fiori. Il conferimento del Sacramento è un evento ecclesiale e, pertanto, deve coinvolgere in ma-niera attiva e consapevole non solo cresimandi, genitori e padrini ma anche l’intera comunità.
Per lo stesso motivo, ministro di questo Sacramento che, di norma, è inserito nella celebrazione della Santa Messa, non può essere che il Vescovo, Pastore legittimo della Chiesa locale, o un presbitero da lui delegato. Il padrino o la madrina, in quanto rappresentante della Comunità cristiana, ha il preciso compito di affiancare e , se necessario, sostituire i genitori del Cresimato nella sua educazione cristiana.
er questo motivo, tale ruolo non può essere esercitato da un genitore, come pure la scelta non può essere lega-ta a motivi di parentela, amicizia o, peggio, interesse. È necessario, invece, che per questo delicato compito si individui un cristiano cattolico, cresimato, stimato dalla comunità per una conduzione di vita conforme alla fede che professa e al compito che assume e che abbia com-piuto i sedici anni di età.
In considerazione dell’unità dei due sacramenti, il Cate-chismo della Chiesa cattolica ritiene auspicabile la con-ferma di chi ha già esercitato questo ruolo per il Battesi-mo (1311). È, comunque, necessario che sia rispettata la normativa del Direttorio di Pastorale familiare della C.E.I. n. 218 che esclude dalla possibilità di esercitare questo ruolo coloro che si trovano in condizioni matri-moniali irregolari (conviventi di fatto, cattolici sposati solo civilmente e divorziati risposati).
La liturgia del Sacramento, preceduta dalla presentazio-ne al Vescovo dei cresimandi, prevede quattro momenti successivi: professione di fede, imposizione delle mani, crismazione, preghiera universale. La professione di fe-de, mediante la rinnovazione delle promesse battesima-li, introdotta nel rito riveduto allo scopo di far apparire più chiaramente «l’intima connessione di questo Sacra-mento con tutta l’iniziazione cristiana» (Costituzione li-turgica Sacrosantum Concilium, n 4,71), risponde anche alla necessità che il cresimando dichiari davanti al Vesco-vo e alla comunità di aver fatto sua la fede professata dai genitori il giorno del battesimo. Appare evidente l’opportunità e l’utilità di una tale professione al fine di stimolare in lui la consapevolezza delle responsabilità personali ed ecclesiali che assume.
Nino la Martire