La comunicazione della fede e la testimonianza cristiana si nutrono anche di storie di ascolto, di relazione e di dono. E il volontariato, forma moderna del dono e della relazione gratuita, è una forma di testimonianza cristiana: un’esperienza umana e sociale riconosciuta e che impegna persone e associazioni di diversa cultura e ispirazione. È una forma di carità, una palestra di fede, ma, in particolare, un ostile di vita che si porta avanti con coerenza.
L’incontro del Gruppo Giovani di Azione Cattolica, con la partecipazione dei Giovani Adulti di AC, ha focalizzato l’attenzione proprio sul volontariato e sul suo reale significato e valore cristiano grazie alla testimonianza di Mariachiara Pisani, volontaria da 15 e attualmente operatore presso il Centro di Accoglienza di Molfetta.
«La mia esperienza da volontaria nasce 15 anni fà, con una piccola missione in Albania, ovvero un campo-scuola con dei bimbi albanesi. Questa è stata una esperienza che ha cambiato nel tempo il mio modo di concepire le relazioni interpersonali, a tal punto che ho deciso di mettermi completamente in gioco con una esperienza quotidiana, prima nella Caritas parrocchiale, poi in quella diocesana e, infine, nel Centro di Accoglienza – ha raccontato Mariachiara -. Si è trattato di una vera e propria chiamata al servizio, considerato che il volontariato per un cristiano non dev’essere solo una scelta, ma un dovere, un obbligo morale, proprio seguendo quanto Gesù ci ha insegnato».
I partecipanti, oltre che sul valore del volontariato, hanno chiesto informazioni proprio sul centro di Accoglienza. «Ad oggi, rispetto a quanto si potrebbe pensare, chi frequenta il centro sono soprattutto italiani, rispetto agli extracomunitari. Purtroppo, la crisi degli ultimi anni ha accentuato la povertà che non è solo economica, ma anche di affetti, di amore – ha spiegato Mariachiara –. Sono persone della “porta accanto”, che vivono la loro povertà con dignità e nel silenzio. A volte anziani, altre volte uomini che, con la perdita del lavoro, hanno perso tutto, sono stati abbandonati dai familiari. In altri casi persone sole».
Mariachiara non ha dimenticato l’emergenza profughi del 2011, quando il Centro di Accoglienza ha ospitato più di 30 nordafricani, fuggiti dalle guerre in Nord Africa per la “Primavera Araba”: importante è stata la risposta della città, perché i cittadini hanno risposto positivamente alle richieste di aiuto sia per la ricerca di volontari, sia per una possibile occupazione dei giovani nordafricani. Anzi, proprio per questo motivo, a seguito degli attuali continui sbarchi, si prospetta una nuova emergenza.
A conclusione dell’incontro, non è mancato l’appello di Mariachiara a quanti giovani desiderano impegnarsi nel volontariato, un servizio al prossimo che richiede umiltà, costanza e carità.
.
.
.
.
Di sicuro, il volontariato favorisce un cambio di prospettiva e di priorità. Del resto, il volontariato d’ispirazione cristiana nasce da un’idea di persona che è “immagine e somiglianza” di un Dio che entra nella storia con libertà, gratuità e umiltà e che insegna la carità come principio della relazione tra Dio e gli uomini e degli uomini tra loro.La relazione tra gli uomini assume, in Gesù Cristo, la forma della fraternità: diventa la Chiesa, dove ogni espressione di dono, di servizio libero è la risposta all’amore di Dio e il principio dell’amore umano. La Carità nel suo duplice volto d’amore per Dio e per i fratelli è la sintesi della vita morale del credente.
Allo stesso tempo, il volontariato svolge un ruolo-chiave contro l’indifferenza. Infatti, se le nuove e vecchie povertà, sempre più frutto dell’indifferenza e della perdita dei valori e della prossimità fra gli uomini, evidenziano il bisogno ineludibile di un aiuto che instauri relazioni umane significative con chi è nel disagio, il volontariato riparte proprio dalle persone e dai gruppi che, senza ricerca di tornaconto personale e professionale, offrono agli altri, fuori dai diversi obblighi – di parentela, associativi o mutuali – una condivisione ed una presa in carico del disagio per dare una risposta senza umiliare le risorse ed il legittimo protagonismo di chi soffre rispetto alla propria vicenda di vita personale e familiare.
Inoltre, il volontariato consente di sviluppare una cultura della solidarietà. La percezione solidale del disagio altrui come comune retaggio di un’unica condizione umana e sociale condivisa che restituisce alle persone, specie ai giovani, del volontariato il senso profondo di essere cittadini corresponsabili di una terra da amministrare a beneficio dell’intera famiglia umana.
Sono proprio questi i costruttori di un paradigma sociale in cui i volontari sono “più sociali” e “più cittadini” perché fondano la loro esistenza sul paradigma dell’umanità che cresce insieme in condivisione solidale di gioie e dolori.
Ecco perché il volontariato è uno dei possibili segni concreti di uno stile di vita cristiana della persona che informa la propria esistenza a partire da alcuni valori fondativi quali la gratuità, il dono, il rispetto della dignità dell’altro, la condivisione, la sobrietà. Si contraddistingue per la sua intrinseca volontà a muoversi verso, ad andare incontro. In questa prospettiva, la reciprocità non è mai intesa come misura della relazione ma come legame che si crea tra le persone in virtù del dono gratuito.
Lo stile del volontario d’ispirazione cristiana, carico del dono dell’Eucarestia domenicale, sceglie la prossimità come stile di vita che arriva a condividere nella sobrietà tempo, cose e ambienti con un’attenzione privilegiata ai più poveri e all’uso dei mezzi poveri, cercando di coinvolgere nell’esperienza di dono la propria famiglia e tutta la comunità cristiana.
I volti e le forme dei volontariato ecclesiale, personale, di gruppo o associato, sono molteplici e rivolti a persone e famiglie, realtà del mondo culturale, del tempo libero, del disagio sociale. Da sempre, con particolare attenzione, il volontariato d’ispirazione cristiana guarda ai poveri e alle persone in difficoltà. Il mondo giovanile, ricco di attese e di risorse, di tempo e di luoghi, di proposte, può trovare nel volontariato non solo un luogo di servizio originale, ma anche uno spazio significativo di educazione alla fede cristiana e alla cittadinanza solidale.