Sono stati i documenti finali del Sinodo sulle Famiglia l’argomento su cui i Giovani di Azione Cattolica della Parrocchia San Bernardino hanno focalizzato la loro attenzione. Con l’aiuto e il supporto del presidente parrocchiale di AC, Nicola Petruzzella, sono state affrontate delle tematiche importanti per la società attuale, strutturando l’incontro in un vero e proprio sinodo.
Il Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia (4-25 ottobre) ha rivolto il suo pensiero a tutte le famiglie del mondo con le loro gioie, le loro fatiche e le loro speranze, ringraziando il Signore, in particolare, per la generosa fedeltà con cui tante famiglie cristiane rispondono alla loro vocazione e missione.
Durante l’incontro, sono state trattate le tre tematiche contenute nella relazione finale del Sinodo. Innanzitutto, le famiglie ferite come separati, divorziati e risposati: secondo quanto emerso dal Sinodo, i divorziati e i risposati civilmente devono essere integrati nelle comunità cristiane nei diversi modi possibili, evitando ogni occasione di scandalo.
Inoltre, non devono sentirsi scomunicati, ma possono vivere e maturare come membra vive della Chiesa, sentendola come una madre che si prende cura di loro con affetto e li incoraggia nel cammino della via del Vangelo.
Con il secondo tema, i Giovani di AC hanno affronto, invece, un argomento molto delicato, ovvero «l’attenzione pastorale verso le persone con orientamento omosessuale». La Chiesa conforma il suo atteggiamento al Signore Gesù che in un amore senza confini si è offerto per ogni persona senza eccezioni. Nei confronti delle famiglie che vivono l’esperienza di aver al loro interno persone con tendenze omosessuale, la Chiesa ribadisce che ogni persona – indipendentemente dalla propria tendenza sessuale – vada rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, evitando ogni marchio di ingiusta discriminazione.
Per quanto riguarda le unioni tra persone omosessuali, «non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra unioni omosessuali e il disegno di Dio». Inoltre il Sinodo ritiene inaccettabile che le chiese locali subiscano pressioni e che organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveri all’introduzione di leggi che istituiscano il “matrimonio” fra persone dello stesso sesso.
Infine, l’attenzione è stata rivolta all’educazione al ruolo della famiglia nell’evangelizzazione. La missione della famiglia abbraccia l’unione feconda degli sposi, l’educazione dei figli, la testimonianza del sacramento, la preparazione di altre coppie al matrimonio e l’accompagnamento amichevole di quelle coppie e famiglie che incontrano difficoltà.
Inoltre, bisogna valorizzare le coppie, le madri e i padri, come soggetti attivi della catechesi, specialmente nei confronti dei figli in collaborazione con sacerdoti, persone consacrate e catechisti. In questo caso, è di grande aiuto la catechesi familiare, in quanto efficace per formare i giovani genitori per renderli consapevoli della loro missione come evangelizzatori della propria famiglia. Perciò, ogni famiglia, inserita nel contesto ecclesiale, può e deve riscoprire la gioia della comunione con altre famiglie per servire il bene comune della società.
Analizzati questi documenti, secondo i Giovani di AC, l’empatia, unita alla volontà di seguire un percorso di conversione, può essere strumento valido per migliorare la propria qualità di vita e anche il rapporto con il Signore. Dopo un breve confronto, con l’aiuto del parroco don Pasquale, i Giovani hanno nuovamente riletto e riconsiderato quanto discusso nei gruppi di analisi. Quali conclusioni sono state tratte in questo incontro?
Innanzitutto, i giovani laici devono essere ben disposti all’ascolto e alla comprensione, seguendo le orme del Vangelo. Inoltre, ogni persona ha il diritto di essere accolta e amata e noi, come Chiesa, abbiamo l’obbligo e il dovere di evangelizzare, di portare consolazione, amore e speranza a ogni creatura.
di Anna Maria Caputi (animatrice Gruppo Giovani AC)