Nata da un’intuizione di San Giovanni Paolo II, la Giornata Mondiale della Gioventù è il segno tangibile di una Chiesa viva, aperta, in continuo movimento. L’atmosfera presente in quella settimana possiamo paragonarla a quella della prima comunità credente: una inquietudine mossa dallo sconcerto della situazione sociale presente, della contrapposizione del proprio credo con il pensiero del mondo, ma motivata da una gioia profonda che è la certezza della resurrezione del Signore e del suo amore per ogni uomo e donna.
C’è qualcosa che ha animato ogni partecipante fin dalla decisione di partire per questa esperienza, ed è la voglia di incontrare chi, come te e con te, nutre un legame – profondo o meno – con la fede cristiana. Troppo spesso sembra che i giovani siano completamente assenti dalle nostre comunità: «la realtà concreta, invece, ci spinge a metterci in cammino per incontrare gli altri e il mondo così come esso è», come ha affermato il Card. Clemente, patriarca di Lisbona, durante la messa di apertura.
Pertanto, questa non è stata un’occasione per paventare utopie, o dirsi quanto sia bello essere cristiani e che tutto vada bene, o farsi una vacanza. È stata una presa di consapevolezza che essere cristiani è bello solo se il cammino è condiviso. Non esiste la perfezione per noi uomini, ma ognuno con le proprie qualità, capacità, cultura, tradizione, fragilità, paure, è parte di questa storia che il Signore ha colmato con la sua presenza.
GMG, stessa lingua per un cammino condiviso
È stato presente anche il timore, nell’imminenza del viaggio, legato alla comunicazione: come avremmo fatto a comprendere ciò che altri ragazzi con le proprie lingue e culture avrebbero voluto trasmetterci? Ma effettivamente, sempre il card. Clemente, ha suggerito che in queste occasioni «non è neanche sempre necessario capire le parole, come sta accadendo ora, tra così tante lingue qui riunite. Quando sono gli occhi a parlare, vi sentite sicuri e fiduciosi, nell’atmosfera cristiana che insieme create e nei semplici gesti con cui comunicate». E ancora: «ogni nostro incontro, infatti, deve aprirsi con un autentico saluto, in cui ci scambiamo parole di sincera accoglienza e di piena condivisione». Ed è proprio vero, lo sguardo raggiante di gioia, talvolta riflessivo o di compassione, ha creato un legame empatico con chiunque.
«Voi non siete qui per caso. Lui vi ha chiamati per nome»
È stata l’occasione anche per riflettere sul proprio cammino di fede e, ad esso strettamente connesso, di vita. Quali motivazioni spingono le scelte di ognuno? Quanto si è in grado di farsi dono per l’altro? Come reagire alle difficoltà che la vita presenta?
Mi viene in mente a tal proposito un passaggio della riflessione di mons. Renna durante un incontro mattutino di quei giorni: «Essere motivati significa essere messi in moto da Dio». Come la Vergine Maria, siamo chiamati a metterci in moto per andare incontro all’altro. Ella poteva avere altri interessi in quel momento, visto l’annuncio appena ricevuto, ma la sua gioia, per essere piena, doveva essere condivisa, e la sua condivisione si è tramutata in servizio.
Per essere veri cristiani non possiamo pensare di vivere esclusivamente per noi stessi, ma diventa necessario essere dono per l’altro in maniera concreta, nonostante le difficoltà. Infatti i giorni della GMG sono stati occasione di allenamento «e anche se ci sono le cadute, bisogna andare avanti», come ha affermato il card. Zuppi, presidente della CEI, nel suo caloroso e bellissimo intervento durante la serata della Festa degli italiani.
Sono stati gli incontri e le parole di Papa Francesco che continuano a risuonare particolarmente nei nostri cuori: «Voi non siete qui per caso. Lui vi ha chiamati per nome. Siamo stati chiamati perché siamo amati. siamo amati così come siamo, non come vorremmo essere. Lui ha fiducia in te. Nella Chiesa c’è spazio per tutti. Il Signore non punta il dito, ma apre le sue braccia. Chi domanda resta “inquieto” e l’inquietudine è il miglior rimedio all’abitudine».
Via Crucis, Gesù cammina e spera con il suo amore
Una delle liturgie più toccanti e più forti vissute è stata quella della Via Crucis. Davvero ci si accorge che «la Croce è il senso più grande dell’amore più grande». Le tematiche affrontate, toccano ogni uomo e donna, non solo giovani. Dalla depressione all’ansia, dalla violenza alla solitudine, dalla sofferenza per la perdita di qualcuno ai vari tipi di dipendenza, fino al riscatto di una vita data ormai per spacciata, hanno fatto prendere consapevolezza che veramente «Gesù cammina e spera con il suo amore, con la sua tenerezza, di darci consolazione, di asciugare le nostre lacrime. Gesù vuole colmare la nostra paura. Gesù cammina fino alla Croce, muore sulla Croce, affinché la nostra anima possa sorridere».
Veglia con Gesù Eucarestia: essere radici di gioia
Dalla croce all’incontro con il Signore nell’eucaristia, dalla sofferenza della fragilità umana alla gioia di una presenza costante. La Veglia dell’ultima notte ha avuto un momento di incontro personale dei giovani con il Santissimo Sacramento solennemente esposto. La gioia della GMG arriva proprio qui al suo culmine, il sentirsi uniti da un grande amore. Il Papa stesso ha ricordato che «la gioia non è per uno, è per portare qualcosa», e ha dato un compito ad ognuno: essere radici di gioia per gli altri. La gioia bisogna cercarla, bisogna scoprirla. «Nella vita, nulla è gratis, tutto si paga. Solo una cosa è gratis: l’amore di Gesù!».
Papa Francesco: cosa portiamo con noi?
Nell’ultima celebrazione di domenica 6 agosto, il papa ha voluto ancora una volta spronare i giovani ad essere segno nel mondo, dopo questi giorni. È il caso di rileggere direttamente le sue parole: «Cosa portiamo con noi ritornando alla vita quotidiana? A voi che coltivate sogni grandi ma spesso offuscati dal timore di non vederli realizzati; a voi che a volte pensate di non farcela – un po’ di pessimismo ci assale a volte –; a voi, giovani, tentati in questo tempo di scoraggiarvi, di giudicarvi forse inadeguati o di nascondere il dolore mascherandolo con un sorriso; a voi, giovani, che volete cambiare il mondo – ed è un bene che vogliate cambiare il mondo – e che volete lottare per la giustizia e la pace; a voi, giovani, che ci mettete impegno e fantasia nella vita, ma vi sembra che non bastino; a voi, giovani, di cui la Chiesa e il mondo hanno bisogno come la terra della pioggia; a voi, giovani, che siete il presente e il futuro; sì, proprio a voi, giovani, Gesù oggi dice: “Non temete!”, “Non abbiate paura!”».
E ancora: «Voi andate via da qui con quello che Dio ha seminato nel cuore: fatelo crescere, custoditelo con cura. Vorrei farvi una raccomandazione: fatene memoria, fissate nella mente e nel cuore i momenti più belli, perché così, quando arriverà qualche momento di fatica e scoraggiamento – che è inevitabile –, e magari la tentazione di fermarvi nel cammino o di chiudervi in voi stessi, con il ricordo ravvivate le esperienze e la grazia di questi giorni, perché – non dimenticatelo mai – questa è la realtà, questo siete voi: il santo Popolo fedele di Dio che cammina nella gioia del Vangelo!».
Ne è valsa la pena …
Ne è valsa la pena di intraprendere questo viaggio che ci ha fatti arrivare fino a Lisbona. La consapevolezza è che non siamo soli, che la Chiesa non è esclusivamente ciò che vediamo nella nostra comunità, città, diocesi o nazione, ma ha un cuore grande che pulsa e continuerà a pulsare finché il Signore è in essa, e Lui stesso lo ha assicurato: sarà con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (cfr. Mt 28,20).
Certo, se pretendiamo di far tutto da soli, se non preghiamo, se non coltiviamo la relazione con il Signore, probabilmente la vera Chiesa la perdiamo. Ma ciò che abbiamo visto, udito e sentito nel cuore in questi giorni ci dà tanta speranza e ci mette in moto per essere veri testimoni della gioia che abbiamo provato, proprio come Maria dopo l’annuncio che l’Angelo le aveva rivelato.
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È possibile rileggere il “diario di bordo” della GMG, così come vissuta dai nostri ragazzi, e scarica il numero speciale del Giornale parrocchiale ComUnione dedicato esclusivamente alla Giornata Mondiale della Gioventù. Basterà cliccare sui seguenti link:
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a cura di Mirko Sabato, presidente di Azione Cattolica parrocchiale e partecipante alla GMG