«Per l’anno pastorale 2016-2017 scegliamo come luce di posizione quella della famiglia, sollecitati dal Papa con la sua Esortazione apostolica Amoris Laetitia […]. Questo importante documento deve diventare per tutte le famiglie cristiane proposta che le aiuti a stimare il dono del matrimonio, le impegni a mantenere un amore forte e pieno di valori quali la generosità, l’impegno, la fedeltà, la pazienza, le incoraggi ad essere segni di misericordia e di vicinanza lì dove la vita famigliare non si realizza perfettamente o non si svolge con pace e gioia». Questo passaggio della Lettera pastorale del Vescovo, Mons. Domenico Cornacchia, presentata alla fine del Convegno Pastorale dello scorso settembre, delinea con chiarezza il tema che dovrà permeare questo anno pastorale. Sul primo numero del giornale parrocchiale ComUnione abbiamo riportato una sintesi dei primi interventi del Convegno pastorale diocesano. Su questo numero ci soffermeremo con maggiore attenzione sulla lettera pastorale di Mons. Cornacchia.
Innanzitutto, icona evangelica di riferimento è “Gesù dodicenne con i genitori al tempio di Gerusalemme”. «Si percepisce che in questa famiglia c’è pace, serenità, desiderio di rispettare gli impegni della religione ebraica, una famiglia semplice, vicina a tutti, inserita in maniera normale nel popolo»: così la descrive Mons. Cornacchia, che ricorda quanto sia importante non solo conferire al “sì” del matrimonio il giusto significato, ma anche educare i figli a fermarsi in preghiera e a partecipare alla messa domenicale.
«L’uomo e la donna sono perciò la visibilità delle caratteristiche proprie di Dio: la vita, l’amore, la fedeltà, la fecondità. I semi della vita e dell’amore sono stati piantati, dall’inizio della creazione, nel cuore di ogni coppia di sposi che sceglie di sposarsi nel Signore»: molto chiare le parole con cui il Vescovo invita gli sposi a custodire i tre doni spirituali ricevuti nel sacramento del matrimonio, l’amore (che apre alla fedeltà coniugale), la fedeltà (che sorregge l’amore tra i coniugi) e la vita (che fa divenire i coniugi collaboratori della creazione).
Il Vescovo ci invita anche a non dimenticare uno degli aspetti della vocazione sponsale: «portare amore e comunione nel cuore di altre famiglie, soprattutto quelle in difficoltà, diventando una famiglia allargata, che cura le ferite provocate da una separazione o da un divorzio, che si fa vicina ai bambini che vivono difficoltà familiari, che condivide le preoccupazioni dei coniugi, che fa visita ad anziani e ammalati».
Mons. Cornacchia conclude la lettera pastorale rileggendo le cinque vie del Convegno di Firenze alla luce della vita familiare (un piccolo box dedicato sarà pubblicato sul prossimo numero) e, in particolare, enucleando le prospettive pastorali a livello diocesano e a livello parrocchiale. In quest’ultimo caso, il Vescovo suggerisce di. costituire/rivitalizzare i gruppi famiglia, approfondire con incontri l’Esortazione apostolica “Amoris Laetitia”, convogliare il percorso catechistico sul binomio “famiglia e giorno del Signore” e quello formativo per i giovani sul tema dell’affettività. Inoltre, approcciare le “famiglie ferite” e realizzare una “scuola della Parola” per i Gruppi Famiglia, i Cenacoli di Preghiera nei condomini del quartiere, una catechesi prolungata con i genitori che chiedono il Battesimo per i figli, una catechesi intergenerazionale tra genitori e figli. Adesso è compito dei pastori, degli operatori pastorali e della comunità impegnarsi nel definire la struttura di un cammino annuale che sicuramente, piccoli o grandi che siano, porterà frutti di Grazia.
di Marcello la Forgia (animatore della cultura e della comunicazione)