Missionari digitali, prendersi cura delle persone anche nel web

parrocchia san bernardino molfetta - missionari digitali rubrica sinodale sinodo 2024Se domenica 12 maggio la Chiesa celebra la 58° Giornata della Comunicazioni Sociali, è opportuno trattare uno degli aspetti meno discussi, ma comunque affrontati dal Sinodo della Chiesa Italiana: quello della missionarietà digitale. Questa volta, però, piuttosto che lasciarci guidare dal libro “Prendersi cura del cammino sinodale”, partiremo da una delle lezioni del Terzo Corso Intercontinentale Online “Verso una Chiesa costituzionalmente sinodale”, cui la nostra Parrocchia ha aderito con il suo rappresentante sinodale in Diocesi.

 

Capitolo 17

«I missionari sono sempre partiti con Cristo verso nuove frontiere, preceduti e spinti dall’azione dello Spirito. Oggi tocca a noi raggiungere la cultura attuale in tutti gli spazi in cui le persone cercano senso e amore, compresi i loro telefoni cellulari e tablet». Il capitolo 17 della Relazione di Sintesi della prima Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi impone due questioni di massimale importanza:

  • incorporare i missionari digitali nella cultura ecclesiale, di contro resteremo scollegati da tutta la pastorale ordinaria della Chiesa;
  • rinnovare le strutture comunicative parrocchiali e diocesane esistentiin un mondo sempre più digitale, come evitare di rimanere prigionieri della logica della conservazione e liberare invece energie per nuove forme di esercizio della missione?»).

 

Spazio culturale abitato dall’uomo

«La chiesa sta riscoprendo l’importanza della cultura contemporanea come nuovo campo di missione e questa è una realizzazione significativa di quella che Giovanni Paolo II chiamava la nuova evangelizzazione, nuova nell’ardore, nel metodo, nelle sue espressioni». Come spiega Mons. Lucio Adrian Ruiz, Segretario del Dicastero per la Comunicazione, è fondamentale

  • superare la visione strumentale che la cultura digitale ci presenta per «diventare uno spazio culturale abitato dall’uomo» e «un orizzonte per una chiesa missionaria che si prenda cura delle persone in questo nuovo ambiente»;
  • revisionare il linguaggio in cui il messaggio evangelico viene trasmesso, in linea con le modalità linguistiche della cultura contemporanea;
  • superare i criteri analitici della critica reazionaria, che «considera il linguaggio e la narrativa contemporanei banali, superficiali o egocentrici, disconoscendo il loro valore comunicativo ed evangelizzatore».
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parrocchia san bernardino molfetta - missionari digitali rubrica sinodale sinodo 2024Cambio di paradigma

Web, sito, social, podcast, video, ecc. Non sono più solo strumenti, ma rappresentano una cultura: «La loro natura non è più solo strumentale, ma hanno creato una cultura che non solo configura attività (tempo libero, sport, economia, finanza, politica, formazione, informazione, ecc.), ma nuovi modi di relazionarsi tra le persone che, essendo reali, non possono essere trascurati» (Mons. Lucio Adrian Ruiz)

Lo strumento ha bisogno di specialisti, la cultura coinvolge tutti, si vive si evangelizza e si fa missione.

Dobbiamo digitalizzare la pastorale o fare una pastorale digitale? È importante che l’attività della Chiesa sia online per raggiungere più persone in ogni momento e ne abbiamo avuto conferma durante la pandemia con rosari comunitari, preghiere, catechesi, messe, conferenze, ecc., ma digitalizzare la pastorale non è sufficiente per evangelizzare la nuova cultura. Bisogna avere un passo nuovo e creativo nella pastorale digitale.

Dobbiamo pensare la pastorale in chiave digitale: ciò implica non solo utilizzate gli strumenti che tutti usiamo, ma pensare la pastorale con il linguaggio, il tempo, la dinamica, i segni, la narrativa della cultura contemporanea. Anche se a volte sembra che il messaggio sia banalizzato, se non viene trasmesso con il linguaggio del destinatario, si perde perché non si comprende.

 

parrocchia san bernardino molfetta - missionari digitali rubrica sinodale sinodo 2024Chi è il missionario digitale?

Nella Relazione finale si ribadisce che «la cultura digitale non è distinta della missione», ma rappresenta «una dimensione cruciale della testimonianza della Chiesa nella cultura contemporanea». Essere missionario vuol dire esserlo sempre, indipendente dai luoghi e dagli spazi di azione. Il missionario si incarna nel mondo e contribuisce, con la sua testimonianza e le sue opere, a concretizzare la “missio dei.

Come possiamo caratterizzarlo? Nel box seguente i suoi caratteri fondamentali.

E sempre nella Relazione – ma più in generale – nelle direttive del Sinodo, in linea anche con l’iniziativa “La Chiesa ti ascolta”, si evidenzia come quello del “missionario digitale” possa essere riconosciuto come un vero e proprio ministero.

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